Olimpiadi 2024, i Radicali non mollano

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Una provocazione e una resa al tempo stesso. A pochi giorni dall’imminente annuncio ufficiale da parte della sindaca Virginia Raggi del no di Roma capitale alle Olimpiadi 2024, Riccardo Magi, Segretario nazionale dei Radicali ha convocato i giornalisti in una insolita location per annunciare lo stop alla raccolta delle firme per il referendum consultivo sulle Olimpiadi 2024. Sotto alla lupa che sovrasta la scalinata dell’ingresso di Palazzo Senatorio, Magi ha dichiarato lo stop alla racoclta firme e lanciato una provocazione all’opposizione in Campidoglio: “In questo momento abbiamo raccolto più di diecimila firme. Noi a questo punto sospendiamo la raccolta per chiedere il referendum, per decidere sulla candidatura di Roma ad ospitare i giochi olimpici del 2024. C’è però un altro modo per indire il referendum: il Consiglio comunale deve approvare una delibera con il voto dei due terzi dei consiglieri. A questo punto, visto che c’è stata anche un’apertura del Partito democratico, facciamo un appello a loro perché depositino subito una delibera con la richiesta del referendum e su questo terreno sfidino i consiglieri grillini a votarla insieme a loro”. Magi si riferisce all’apertura dichiarata dal responsabile sport del PD, Luca Di Bartolomei, che ha anche lui chiesto il referendum sulla candidatura olimpica di Roma. Inspiegabilmente però Magi – pur lamentando il mancato supporto dei consiglieri comunali all’autentica delle firme – non ha chiesto l’aiuto del PD per completare l’opera  di raccolta delle firme. Va detto che molte delle firme raccolte dai Radicali sono frutto di sottoscrizione online, secondo Magi perfettamente legittima se svolta attraverso PEC, ma che, sempre secondo il segretario radicale, il Campidoglio – interpellato tramite lettera sull’argomento – non sarebbe disposto a riconoscere. Non è quindi chiaro quante sarebbero le firme realmente utilizzabili. In ogni caso una mossa tardiva, visto che Virginia Raggi sembra avere usato il no alla candidatura olimpica come contropartita politica per avere l’appoggio – a termine – del leader del M5S Beppe Grillo e porre fine alle polemiche interne al MoVimento che la stanno logorando. Come se Marra e le altre nomine sgangherate e tutte da rivedere perché a rischio di bocciatura da parte dell’Anac.

François de Quengo de Tonquédec

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