Campidoglio, Virginia Raggi sull’orlo di una crisi di nervi?

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E’ tornata pimpante Virginia dopo la celebrazione del matrimonio gay che le ha dato visibilità anche sulla stampa per lo più ostile e segnando un passaggio laico gradito a sinistra e all’importante comunità romana Lgtb. Tanto pimpante che a margine dell’inaugurazione della Giornata europea della cultura ebraica, in merito alle indiscrezioni di stampa secondo le quali avrebbe individuato il nome del nuovo assessore al Bilancio, risponde sbarazzina: «Oggi non ho letto i giornali». Brava Virginia, fai la spiritosa, intanto c’è chi è convinto che i tuoi nemici più pericolosi non siano i media pur pilotati, ma si annidino all’interno del Movimento, più che mai rissoso ed incontrollabile. Infatti nonostante Beppe ce la metta tutta per sostenerla (a termine?), i dissapori fra le fazioni grilline romane permangono. Soprattutto fra i seguaci di Roberta Lombardi che ha definito un virus il  Marra (discusso esponente  del Raggio magico) costringendo Grillo ad una difesa urgente della sindaca. «La sosteniamo – ha detto – perché vada avanti e porti a compimento il programma per cui è stata votata dai romani. Punto».  Se il comico genovese non fosse intervenuto c’era anche rischio che la sindaca, sull’orlo di una crisi di nervi, si affidasse  al voto del Consiglio sulle Olimpiadi, voto che avrebbe potuto spaccare anche la maggioranza pentastellata non così monolitica come vogliono far credere.

LA BANDIERA DEL NO – E allora buonanotte ai suonatori perché Beppe del No ha fatto la sua bandiera, quasi un fatto personale. Il direttorio che doveva guidare Virginia sulla retta via si è già sfasciato con  la Ruocco, Fico e Sibilia contro Di Maio   per ora è appoggiato soltanto da Di Battista. Altro gallo del pollaio grillino che se la dovrà vedere  con Di Maio per leadership nazionale. Magari con una consultazione della mitica rete di 120mila militanti  il cui parere viene chiesto per ora, su temi marginali. Ovviamente gli avversari esultano e prevedono vita breve per la Raggi che potrebbe sempre venir sospesa dal Movimento come il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti appena liberato da ogni indagine a suo carico. Qualcun’altro è invece convinto che andando di questo passo, i nervi di Virginia saltino prima. Auspicio poco credibile perché ci ha provato Marino a resistere contro il diktat di Renzi. Figuriamoci se non ci proverà la Virginia a durare almeno fino al 2018 quando si voterà per le politiche secondo le intenzioni di Renzi. Ma deve stare attenta perché per sopravvivere ci vuole la maggioranza d’aula, mentre ci risulta  che su 29 consiglieri M5S solo sei le siano fedeli fino alla morte, mentre 12,  in caso di rottura, starebbero con il Movimento e gli altri 11 per ora sono indecisi.

COMUNICAZIONE – E’ vero che i grillini non conoscono altra via di comunicazione che Facebook, autorevole platea di smanettoni che quando la Lombardi attacca  i commenti sono tutti a favore della sindaca, semplicemente perché l’ordine di scuderia è difenderla. Ma il consenso su Fb è effimero. Così se Grillo decidesse di sospendere Virginia basterebbero pochi giorni a scatenare i militanti contro di lei  come accaduto con la sindaca campana Rosa Capuozzo, prima difesa ad oltranza e poi condannata senza appello dalla rete in meno di  24 ore. Eppure la scomunica di Virginia potrebbe essere l’armageddon di Beppe di fronte ad alla  perdurante paralisi del Campidoglio o alle dimissioni, più o meno volontarie di altri assessori. La soluzione finale che permetterebbe a Beppe di dimostrare che lui non guarda in faccia nessuno e si mangia i propri figli come Saturno, piuttosto che tenere in piedi una amministrazione capitolina Zombie. E allora @Virginia staiserena, ma guardati le spalle.

Giuliano Longo

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