Rai Uno, Lampedusa: il cast e la storia della mini-serie

Intervista a Carolina Crescentini: «Non possiamo ricostruire muri che negli anni abbiamo buttato giù»

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Lampedusa è la storia «di cio che capita tutti i giorni in un’isola fantastica che ci ha insegnato ad accogliere chi scappa». Presenta così Eleonora “Tinny”Andreatta, direttrice di Rai Fiction, il film in due puntate, che presenta tanti punti di vista, ma con una legge ben chiara, quella che un uomo in mare va aiutato e salvato.

Un film di Marco Pontecorvo, con un cast che rappresenta l’Italia intera, così come accade realmente sull’isola. Protagonisti Claudio Amendola e Carolina Crescentini, e il piccolo Venji Liam Servina, ma un lavoro corale che vede le partecipazioni straordinarie di Massimo Wertmuller, Ninni Bruschetta; e ancora Marta Gastini, Gaetano Bruno, Farid Elouardi, Peppino Mazzotta, Andrea Di Maria, Adolfo Margiotta, Marcello Mazzarella, Ahmed Hafiene, Nina Gary, Rosario Lisma, Vincenzo De Michele, Domenico Centamore, Peppe Mastrocinque, Martina Sammarco, Giulia Innocenti, Giovanni Argante, Carlo Fabiano, Gianni Federico, Filippo Pucillo, Fabrizio Ferracane e Paola Tiziana Cruciani.

LA STORIA – Il maresciallo Serra della Guardia Costiera setaccia ogni giorno la costa tra Italia e Libia alla ricerca dei barconi di migranti. Le chiamano “Carrette del mare” quelle precarie imbarcazioni straripanti di gente disperata che, fuggendo la guerra o per il miraggio di una vita degna, affronta il Mediterraneo in condizioni terribili e spesso vi trova la morte. Una morte da cui Serra, con l’aiuto del suo audace equipaggio, cerca di strapparli a ogni costo. Serra trova quei disperati, talvolta già travolti dalle onde, li soccorre e li porta a Lampedusa, la piccola isola siciliana dal cuore grande, la prima terra dopo tanto mare. Ad attenderli ogni volta c’è Viola, una donna forte, che dirige il Centro di Prima Accoglienza dove convivono gruppi, etnie, religioni e culture diverse in condizioni difficili.

Le storie dei migranti, delle loro difficili scelte; le storie dei protagonisti, quella della propria vita personale e quelle legate al proprio lavoro. Tutti s’intreccia a perfezione e dà vita a una mini serie toccante e intensa.

L’INTERVISTA A CAROLINA CRESCENTINI – «Questo non è un ruolo qualunque». A parlare è Carolina Crescentini, che in questo film in due puntate interpreta Viola, la responsabile del centro di prima accoglienza dell’isola di Lampedusa. Una donna forte, che si batte per dare da mangiare e un letto a chi arriva senza nulla e in condizioni precarie. E in questa situazione di emergenza conosce il maresciallo Serra (Amendola).

«È una storia che lascia un impatto forte, emotivo. Chi lavora lì ha una grande forza, tutto è gestito davvero con precisione e non è facile considerando tutte le situazioni che bisogna risolvere». Si vede che il tema le è caro, l’attrice ha osservato da vicino gli sbarchi dei migrati, ha studiato a fondo il lavoro che si fa nel centro di accoglienza e conosce bene l’isola perchè ci è andata diverse volte in vacanza come ha raccontato «ma non ti accorgi di nulla o quasi».

«A Lampedusa arriva soprattutto gente giovane – continua Carolina Crescentini -, trovi chi è stato picchiato, chi è solo, ci sono poi bambini, chi ha perso la famiglia. Alcuni sono davvero disperati e poi ci sono le donne, che hanno la speranza di una seconda possibilità. Oggi tutto è gestito bene, ma non è stato facile, ci sono state tante emergenze negli anni e il mio punto di vista è cambiato dopo questa mini serie».

Dal vivo si assiste a Lampedusa a una staffetta di aiuti incredibile, ma anche il set del film non scherza quando ripropone sullo schermo quello che in passato è successo davvero. «Le comparse sono tutti migranti veri, che hanno rivissuto con noi le loro drammatiche vicende di sette anni prima» spiega l’attrice che ricorda anche il lavoro svolto dai cittadini dell’isola «che hanno aiutato i migranti portando vestiti e cibo e che lamentavano l’assenza dello stato. Non si può parlare senza aver visto con i propri occhi, così come non possiamo ricostruire muri, che negli anni invece abbiamo buttato giù!».