Sgominata la banda dei rolex, ecco come agivano

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Gli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile, con la collaborazione di personale dell’omologo ufficio napoletano, hanno eseguito tre ordinanze di Custodia Cautelare in Carcere emesse dal G.I.P. di Roma, Dr.ssa Anna Maria Gavone, su richiesta dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dr.ssa Barbara Zuin, nei confronti di tre pregiudicati napoletani. I tre arrestati si sono resi responsabili, in concorso tra loro, di una serie di rapine perpetrate nella Capitale, ai danni di possessori di orologi Rolex.

In particolare, il gruppo criminale è ritenuto responsabile di ben 6 rapine perpetrate nella zona nord di Roma, fra il settembre 2015 e l’aprile di quest’anno.

L’attività d’indagine espletata dagli investigatori della Squadra Mobile capitolina, condotta con il supporto di attività tecniche, ha permesso di accertare l’esistenza di un gruppo stanziato nei “Quartieri Spagnoli” di Napoli, dedito stabilmente alla commissione di rapine in danno di possessori di orologi di notevole valore.

L’analisi delle risultanze investigative ha permesso di rivelare il modus operandi dei rapinatori che, con frequenza periodica, da Napoli effettuavano delle sortite giornaliere nella Capitale.

Dopo avere abbandonato le autovetture, i tre complici salivano a bordo di motocicli lasciati appositamente in città, e si aggiravano per i benestanti quartieri Parioli e Prati in cerca dell’occasione propizia. Individuata la vittima prescelta a bordo di un’autovettura, la seguivano con discrezione fintanto che questa non arrestava la corsa.

A quel punto i tre entravano in azione aggredendo violentemente la vittima ed asportando il prezioso orologio, per poi darsi a precipitosa fuga.

La complessa ed articolata indagine, anche grazie alla fattiva collaborazione delle vittime e di alcuni testimoni, permetteva non solo di dimostrare la responsabilità penale dei tre, ma anche di delinearne i differenti compiti.

Mentre due infatti sono meri esecutori materiali, il terzo di anni 49 è la vera mente del gruppo. Questi, oltre a coordinare gli altri, acquistava i motocicli da piazzare a Roma, utilizzando documenti intestati a persone fittizie, apponendovi la propria fotografia, inducendo in tal modo in errore i venditori. Lo stesso dovrà rispondere anche dei reati di falso ideologico in atto pubblico e sostituzione di persona.

Due dei tre arrestati risultano avere una stabile attività lavorativa che utilizzavano come copertura in occasione delle sortite criminali facendo timbrare il proprio cartellino ad altri colleghi.

I tre arrestati si trovano attualmente ristretti in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

 

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