Se è vero che Trenitalia ha disdetto l’accordo Metrebus dal primo gennaio 2017 con una lettera spedita alla Regione il 7 novembre scorso e se è altrettanto vero che la Pisana sta lavorando “per superare le criticità dell’attuale gestione del Metrebus” con un progetto da presentare entro dicembre, sono i cittadini quelli che restano al palo incerti se pagheranno o no biglietti differenziati per i vari mezzi da prendere tra casa e lavoro.
Ad agitare le acque però ci ha pensato il presidente della commissione Trasporti capitolina Enrico Stefàno dei Cinque stelle che ieri ha esordito affermando che “Io personalmente sono a favore di un ‘sistema Roma’, un sistema di bigliettazione autonomo per i residenti nella Capitale. Questo potrebbe quindi non necessariamente essere direttamente correlato al discorso del sistema Metrebus, anzi chi usa solo i mezzi Atac in quel caso potrebbe risparmiare, visto che il costo del biglietto sarebbe piu’ basso”. Biglietti autonomi, prezzi e altre ipotesi che sebrano però non tenere conto di un quadro legislativo consolidato e sovraordinato rispetto al Comune di Roma.
A rispondere per le rime è stata la consigliera capitolina Ilaria Piccolo: “L’integrazione tariffaria è un obbligo di legge, prima nazionale e poi regionale (L.R. 1/91) e che pertanto, non è possibile – come evidentemente vorrebbe la giunta Raggi – uscire dal Metrebus realizzando un titolo atac esclusivo, dal momento che oltre al danno per i consumatori, si realizzerebbe una azione contraria alla legge.
Anche la scelta dei prezzi dei titoli di viaggio – continua Piccolo – non è una scelta che compete ai comuni che devono invece incentivare, insieme agli altri enti di governo, l’integrazione tariffaria ovvero il Metrebus nel caso del Lazio. E’ opportuno ricordare al governo di Roma che la legge nazionale (D.Lgs. 422/97 modificato con art. 3 bis dl 138/2011), impone che il 35% del costo del servizio di trasporto pubblico sia coperto dalle entrate da bigliettazione e poiché già oggi atac è precaria da questo punto di vista, un ulteriore abbassamento dei costi del biglietto – che per altro sono i più bassi d’Italia e d’Europa – comporterebbe un comportamento illegittimo da parte di Atac nonché una grave ricaduta sulle casse dell’azienda stessa, anche in previsione dell’attuale contratto di servizio che prevede l’applicazione del costo standard che si compone, tra l’altro, anche delle entrate da bigliettazione stimate sugli attuali costi.”
F.U.