Isole ecologiche, scoppia la polemica in commissione

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Quando nelle premesse del suo intervento in Commissione Ambiente di Roma Capitale il dg di AMA Stefano Bina ha spiegato di non poter entrare nel dettaglio dell’oggetto della convocazione -lo stato dell’arte dell’individuazione delle isole ecologiche- perché sulla materia si svolgerà lunedì prossimo una conferenza stampa della sindaca Raggi, tutti sono rimasti a bocca aperta. In effetti mai prima d’ora si era sentito un dirigente di una municipalizzata motivare pubblicamente il riserbo sullo stato dell’arte di una delibera (commissariale) di assemblea, con le esigenze mediatiche del sindaco. Il consigliere di opposizione Andrea De Priamo (FdI) ha minacciato di lasciare la seduta. Bina ha replicato aggiustando il tiro, dichiarandosi disponibile a fornire ogni informazione ai commissari, ma mantenendo la riservatezza per le ragioni già dette. Con buona pace della pubblicità dei lavori. Ma il meglio doveva ancora arrivare, quando, dopo che Bina ha spiegato che sui 32 siti individuati dalla delibera c’è accordo con i municipi solo su 11 e che servirà un aggiustamento della delibera da fare tra dicembre e gennaio. La presidentessa della Commissione Ambiente del IV Municipio, Claudia Nastrucci, dopo aver illustrato le problematiche nate dalle opposizioni dei cittadini ai siti scelti, ha spiegato la strategia risolutiva del loro problema: «Noi, a livello municipale, vorremmo uscire con un voto con cui in sostanza diamo le nuove aree, con l’accordo dei consiglieri eccetera, ma formalmente io devo fare uscire le altre tre, o perlomeno due in particolare, da quello che è il discorso “qui l’isola ecologica non si fa”. Nel senso, noi avevamo pensato di uscire, cioè in realtà la giunta ci aveva chiesto di poter uscire con un documento di commissione per permettere alla giunta di fare tipo una delibera, togliendo quelle aree e inserendone altre. A livello formale, in modo che ci fosse certezza che quelle due aree sulle quali ci sono delle criticità venissero tolte e sostituite da altre» Chissà come saranno contenti i cittadini di tutti questi “formalmente”.

François de Quengo de Tonquédec

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