Ladispoli, la truffa degli assegni: vittima un’amministratrice

Riceve un blocchetto con 9 fogli invece che 10. E spunta un addebito non autorizzato

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di ALBERTO SAVA

Esiste la seria possibilità che una professionista di Ladispoli sia incappata in una maxi truffa, su vasta scala e perpetrata nel tempo, tra Roma e Napoli ai danni dei correntisti di Poste Italiane. L’amministratrice condominiale, Maria Grazia De Luca, ha presentato una denuncia ai carabinieri di via Livorno nei confronti di ignoti.

In pratica, secondo la denuncia-querela spedita anche alla Procura della Repubblica di Civitavecchia, la donna avrebbe scoperto di aver ricevuto il carnet postale con nove assegni anziché i dieci previsti. Uno di essi quindi non sarebbe mai pervenuto nelle mani dell’amministratrice condominiale, che si sarebbe accorta soltanto nei mesi successivi effettuando un estratto conto, è riportato nell’esposto, di un movimento inaspettato. In pratica, veniva stranamente addebitato al condominio della zona Faro di Ladispoli un assegno postale, per una somma di oltre seimila euro. A quel punto la signora De Luca si sarebbe accorta che dal carnet mancava proprio l’assegno postale numerato, quindi anche senza matrice. La vittima di questo raggiro ha chiesto poi copia dell’assegno, rilevando che il beneficiario era un signore residente a Napoli, con il timbro del condominio e la firma sull’assegno postale, quindi da ritenersi “falso”. Ovviamente questo raggiro, se ora verrà confermato dagli inquirenti, che sono al lavoro per scoprire se ci siano collegamenti con altre operazioni condotte dalla polizia postale di Roma, ha provocato disagi nel condominio stesso. Naturalmente anche Poste Italiane, come avvenuto nelle varie città in cui sono state scoperte delle truffe per fatti accaduti tra il 2014 ed il 2016, sarebbe ugualmente parte lesa.

L’Amministratrice Maria Grazia De Luca è assistita in questa storia dall’avvocato Agostino Agaro, che ha dichiarato:  “É una vicenda molto complessa. Personalmente ho provveduto a trasmettere alla Procura di Civitavecchia la querela della mia assistita. Credo che la competenza per questo caso sia stata trasferita alla Procura di Napoli, città da dove sarebbe partita questa truffa, effettuata in più punti delle penisola negli anni dal 2014 al 2016, e dove riconducono gli effetti dannosi delle truffa stessa. E concreta la possibilità che per questa vicenda potrebbe celebrarsi un maxi processo a Napoli”.

L’articolo in versione integrale sul Giornale della Provincia di sabato 3 dicembre 2016

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