Ufficialmente erano centri massaggi gestiti da cittadini cinesi, ma al loro interno, venivano offerte e consumate prestazioni sessuali. Una massiccia offensiva dei carabinieri della compagnia Roma Piazza Dante ha fatto chiudere i battenti a 5 centri, ubicati perlopiù nella zona dell’Esquilino, con l’arresto delle rispettive titolari – cinque cittadine cinesi – che dovranno rispondere dell’accusa di sfruttamento della prostituzione.
Nei locali, pubblicizzati come oasi del benessere e del relax da inserzioni su quotidiani e su siti internet di annunci, i carabinieri hanno accertato che le maitresse sfruttavano l’operato di sette connazionali di età compresa tra i 31 e i 55 anni, spingendole ad offrire ai clienti prestazioni a pagamento extra di tipo sessuale.
Il giro di prostituzione, così come accertato dai carabinieri nel corso dell’indagine, gravitava su alcuni locali ubicati principalmente in zona Esquilino – via Conte Verde, via Giovanni Lanza e via Guicciardini – che sfruttavano la vicinanza con la Stazione Termini e l’andirivieni di viaggiatori, fino ad estendersi alla zona di San Giovanni – via Matteo Boiardo – e al Tuscolano – via Manlio Torquato. I locali, tutti suddivisi in ambienti riservati ed adatti alla ricezione della clientela, con lettini, vasche idromassaggio e cromoterapia per i più esigenti.
Una situazione tristemente nota ai residenti delle zone interessate dall’operazione: l’attività dei militari, infatti, ha preso spunto proprio da alcune segnalazioni di cittadini che descrivevano il continuo via vai dai centri massaggi. In alcuni casi ai carabinieri si sono rivolti anche i familiari di alcuni assidui frequentatori, preoccupati per i loro cari.
L’indagine ha consentito di documentare le reali attività che si celavano dietro ai centri benessere: gli uomini dell’Arma hanno raccolto anche le dichiarazione dei clienti, alcuni dei quali hanno confermato le modalità con cui venivano offerte le prestazioni sessuali e il loro tariffario. Nel corso dei blitz scattati nei locali, i carabinieri hanno sequestrato agende, appunti e telefoni cellulari, tutto materiale utile a ricostruire l’imponente giro d’affari che gestivano le cinque donne arrestate.
È tuttora in fase di accertamento, inoltre, l’ipotesi secondo cui, dietro all’impiego della manodopera cinese in queste attività, si possa celare un vero e proprio “traffico di schiave” poiché le ragazze venivano periodicamente movimentate da un centro all’altro in una sorta di rotazione che garantiva il continuo ricambio di personale da impiegare nelle attività illecite. I carabinieri hanno apposto i sigilli ai cinque centri massaggi, che sono stati sequestrati in attesa delle decisioni dell’Autorità Giudiziaria.