«Se vero quanto si legge oggi sul Corriere della sera in relazione allo Stadio Flaminio della capitale, il Coni si prende un merito che non è suo». Lo afferma il Codacons in una nota, commentando la notizia di un bando per riqualificare l’impianto sportivo, che vedrebbe proprio il Coni come attore principale dell’iniziativa.
«Non ci risulta affatto che il restauro dello stadio Flaminio sia opera del Coni – spiega l’associazione – Al contrario nel corso di un incontro tra il Codacons, il presidente della Sampdoria Ferrero e il presidente Coni Malagò, quest’ultimo affermò senza mezzi termini che non era interessato al recupero del Flaminio, a meno che non lo avessero consegnato all’ente sportivo a titolo del tutto gratuito e già riqualificato. Oggi invece leggiamo con imbarazzo sul Corriere della sera che lo stadio avrà nuova vita proprio grazie al Coni, una affermazione che, purtroppo, siamo costretti a contraddire con fermezza».
«Al contrario il Comitato Olimpico è il principale responsabile dello stato di abbandono in cui versa il Flaminio – si legge ancora nella nota -, e dello sfascio dello stadio dovrà ora rispondere dinanzi le competenti sedi. Una apposita CTU del tribunale di Roma, che il Codacons pubblicherà domani sul proprio sito, dimostra in modo inequivocabile il degrado e la situazione disastrosa in cui versa lo stadio e le relative responsabilità negli anni».
«Il Codacons presenterà domani formale istanza-diffida al Comune di Roma – conclude l’associazione -, affinché escluda il Coni da qualsiasi bando per il restauro dello Stadio Flaminio, e avvii le dovute azioni risarcitorie nei confronti dell’ente per lo stato di degrado in cui versa oggi la struttura. Con un esposto all’Anac l’associazione chiederà inoltre di verificare se sia giustificabile la partecipazione del Coni a bandi internazionali relativi a strutture che lo stesso Coni ha contribuito a distruggere».