Carminati, chi era costui? Par dire Antonio Lucarelli, ex capo della segreteria di Gianni Alemanno durante la sua amministrazione. Già portavoce della formazione di destra estrema Forza Nuova divenne il braccio destro del sindaco per quelle che erano le più delicate operazioni della amministrazione di allora. Questa volta viene chiamato al banco dei testimoni sulla vicenda di mafia capitale e prende le distanze da Massimo Carminati, che negli ambienti della destra romana è ormai oggetto di totale amnesia. «Non esiste nessuna telefonata tra me e Carminati. Non lo conosco, non l’ho mai conosciuto. E in cinque anni in Campidoglio non ho mai ricevuto minacce, nè tantomeno riconducibili alla cooperativa ’29 giugno», spiega Lucarelli in qualità di testimone nel processo in corso nell’aula bunker di Rebibbia, rispondendo alle domande dei difensori di Salvatore Buzzi che lo hanno citato.
L’ex braccio destro di Alemanno ha spiegato che i rapporti con Buzzi «sono sempre stati funzionali al mio ruolo. Buzzi era onnipresente partecipava a tavoli sui minori, con i sindacati, partecipava a tutto. Per qualsiasi problema c’era in città bisognava interfacciarsi con Buzzi». Anzi, ci ha tenuto a dire di averlo incontrato una volta «sulle scale del Campidoglio, come mi è capitato di incontrare tantissime altre persone. Praticamente ho ‘vissuto’ cinque anni sulle scale del Campidoglio, ho incontrato di tutto. E di quell’incontro con Buzzi non ritenni di informare il sindaco Alemanno. Adesso può essere un dettaglio importante, all’epoca non mi sembrava proprio». Una circostanza (solo l’incontro sulle scale?) che, secondo la Procura era finalizzata a sbloccare un finanziamento a beneficio delle coop sociali ‘rosse’. Rapida marcia indietro di Salvatore che in video conferenza dal carcere di Tolmezzo dov’è detenuto, ci ha tenuto a dire che «a volte al telefono se ne dicono di cose… Dissi che Lucarelli mi aveva incontrato su pressione di Carminati… ma non c’era nulla di vero».
Eppure alla fine di marzo 2015 nella sua autodifesa di fronte ai procuratori Casciani e Prestipino furono messe a verbale le seguenti affermazioni: «Non riuscivamo mai a parlare con Alemanno, perché, insomma, parlare con il sindaco era difficile. C’avevamo sempre questo Lucarelli di fonte. E Lucarelli, non ti dico, era di un’arroganza più unica che mai, quindi quando Carminati dice “guarda che Lucarelli scende lui e ti viene a parlare”, ho fatto “si ma quando viene a parlare Lucarelli con me?”. E invece è sceso….».
Miracolo? Chissà, ma una certa dimestichezza con l’estrema destra romana Lucarelli doveva pur averla quando di punto in bianco nel 2008 lui, sconosciuto, viene messo a capo della segreteria del sindaco. Portavoce di Forza Nuova, movimento di estrema destra fondato da Roberto Fiore e Massimo Morsello (ex Nar) si ritrova al Comune alcuni ex camerati provenienti addirittura dai Nar, sigla nera del terrorismo degli anni 70/80. Molti di questi avevano fatto il carcere, molti furono assolti, molti non avevano commesso alcun reato, chiunque ha il diritto, come disse Alemanno, di andare avanti con la vita.
Bene, ma che in questo contesto di “fascisteria” Lucarelli, nemmeno più indagato per mafia capitale, non abbia mai conosciuto di persona Massimo Carminati può anche essere, che poi non sapesse chi era c’è da dubitarne. Resta il fatto che Buzzi, a sentire le sue dichiarazioni odierne, il nome di Carminati se lo sarebbe speso a destra e manca per suoi fini di lobbing, magari ‘per darsi un tono’ o ‘incutere timore’.
E mentre Salvatore dichiara la sua millanteria, per il 29 marzo i legali dell’ex Nar hanno preannunciato la sua testimonianza al processo. Un antipasto delle sue future dichiarazioni si è già avuto nel corso dell’udienza dei primi di dicembre quando polemizzando con il pm Tescaroli Carminati disse: «Io non rinnego nulla della mia vita, è stata quello che è stata, ho sempre pensato che è meglio avere un’idea sbagliata che nessuna idea. Non posso rinnegare i miei amici così faccio contento il dottor Tescaroli. Lui mi può anche chiedere l’ergastolo, è un suo diritto. Io ammiro la sua cattiveria professionale ma non può farmi la morale». Aggiungendo: «Non ho parlato per 40 anni ma quando mi prende… parto». Una partenza con sprint che potrebbe preoccupare più di qualcuno.
Giuliano Longo