Duro colpo delle Fiamme Gialle al terrorismo internazionale. Dalle prime luci dell’alba, i finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Roma stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’arrestato è Shalaby Reda, cittadino di nazionalità egiziana. L’uomo forniva supporto logistico e assistenza a persone irregolarmente permanenti sul territorio nazionale, per lo più di nazionalità egiziana. Ma non solo.
IL PERICOLO TERRORISMO
C’erano infatti collegamenti sospetti con la terra d’origine. A scoprirlo sono state le investigazioni delegate dalla Procura Distrettuale Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Roma. Investigazioni condotte dagli specialisti della Sezione Investigativa Finanziamento al Terrorismo del G.I.C.O., istituita nel recente gennaio 2017 dal comandante generale della Guardia di Finanza. Queste indagini hanno permesso di scoprire diversi movimenti sospetti dell’arrestato. Nell’aprile dello scorso anno, infatti, Shalaby aveva effettuato, in circa 24 ore, un viaggio da Roma con scalo ad Istanbul e tappa a Il Cairo, con rientro a Milano. I biglietti sarebbero stati acquistati lasciando come recapito un’utenza intestata a un cittadino pakistano. Il fratello di quest’ultimo è attualmente recluso in Italia per associazione con finalità di terrorismo. Nelle indagini condotte all’epoca era emerso come il pakistano recluso, residente a Roma, raccogliesse fondi per finanziare le attività terroristiche e gestisse, tra l’altro, un’agenzia di viaggi a Roma, in via di San Vito, nel quartiere Esquilino. Inoltre, era lui a coordinare a livello nazionale le “collette”. Soldi spediti con voli diretti alle famiglie dei “martiri” jihadisti e agli organizzatori dell’azione armata.
LA COPERTURA DEI NEGOZI DI FRUTTA E VERDURA
Shalaby risultava già noto alle forze di polizia come “personaggio non proclive all’osservanza delle leggi italiane e, più in particolare, del dettato normativo relativo all’immigrazione clandestina”. Le attività d’indagine hanno permesso di appurare come ‘uomo sia stato in grado di assicurare supporto logistico e assistenza a persone, per lo più egiziane e irregolari. Forniva loro documenti falsi, idonei al rilascio di permessi di soggiorno. Shalaby, infatti, era titolare e rappresentante di più attività di commercio al dettaglio di frutta e verdura fresca, risultate non operative. Attraverso le stesse e in qualità di “datore di lavoro” assumeva fittiziamente alle proprie dipendenze numerosi connazionali. In questo modo garantiva quanto necessario per l’ottenere o rinnovare i permessi di soggiorno. Su alcuni suoi block notes rinvenuti e sequestrati in sede di perquisizione, sono stati trovati appunti manoscritti con numerosi nomi e relativi conteggi. Riguardavano, si è scoperto, proprio il pagamento di denaro per la falsa documentazione prodotta.
DEFERITE 24 PERSONE
In questa operazione sono state deferite all’autorità giudiziaria anche altre 24 persone. Si tratta degli utilizzatori della documentazione falsa. Con quelle attestazioni creavano dei “kit postali” ad hoc indirizzati all’ufficio immigrazione. Ottenevano così illegittimamente il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno. Le attività investigative sono ancora in corso. Si sta infatti cercando di individuare anche eventuali altri contatti e collegamenti di Shalaby.