Gli agenti della polizia di Stato hanno eseguito l’espulsione di un fruttivendolo egiziano di 42 anni. Si tratta della 166esima espulsione effettuata dal gennaio 2015. Il destinatario del provvedimento, residente a Roma e titolare di regolare permesso di soggiorno dal 2002, di professione commerciante ortofrutticolo e pregiudicato per reati contro il patrimonio, era da tempo sotto attenzione da parte della Digos della questura di Roma, in quanto sospettato di essere vicino ad ambienti radicali islamici.
LA RADICALIZZAZIONE ISLAMICA DEL FRUTTIVENDOLO EGIZIANO
Dai risultati investigativi, infatti, era emerso che l’uomo stava vivendo un periodo di totale cambiamento comportamentale, incline a una progressiva radicalizzazione. Su Facebook aveva attestato la sua posizione integralista, nettamente ostile nei confronti dei “miscredenti cristiani”. Subito dopo l’attentato di Parigi del 13 novembre 2015, l’uomo non solo avrebbe giustificato i fatti terroristici avvenuti, ma avrebbe condannato coloro che avevano espresso solidarietà e cordoglio nei confronti della Francia. Inoltre, in occasione della nascita di uno dei suoi figli, avrebbe auspicato che il neonato potesse diventare uno dei futuri comandanti del “jihad”.
IL PROVVEDIMENTO DI ESPULSIONE
Alla luce delle prove emerse, il ministro dell’Interno ha emesso il provvedimento d’espulsione per il fruttivendolo egiziano. L’uomo è stato quindi individuato e accompagnato all’ufficio Immigrazione della questura di Roma. Lì gli è stato notificato il provvedimento di espulsione. È stato quindi revocato e ritirato il permesso di soggiorno in suo possesso. Nella serata del 14 aprile è arrivata la convalida del competente giudice di pace. L’interessato è stato accompagnato dal personale dell’ufficio Immigrazione all’aeroporto di Fiumicino. Da lì è partito con un volo alle 22. Destinazione Cairo, sola andata.