Complici le nuove tecnologie che ci hanno resi schiavi di pc e smartphone, siamo ormai capaci di controllare la posta e i social networks a qualsiasi ora del giorno e della notte. Lavoro, stress, menopausa per l’universo femminile, l’avanzare dell’età o altri disturbi medici per l’intera popolazione, sono complici di una notte persa e di quella successiva, fino a quando tornare indietro diventa sempre più difficile. Lo sanno i tanti laziali che soffrono di disturbi del sonno che si ripercuotono negativamente sulla salute, sulle performance lavorative e sulla qualità della vita.
SONNO E SALUTE
Per diffondere nel Lazio una cultura su queste tematiche, il 6 Maggio fa tappa a Roma, presso la Casa di Cura Ars Medica, il Progetto SONNO & SALUTE, grazie al contributo di un’azienda tutta italiana quale Fidia Farmaceutici. Il progetto è curato dagli specialisti esperti del sonno e dedicato ai medici di medicina generale laziali, con l’obiettivo di offrire una diagnosi corretta e precoce ai propri pazienti e avviarli a un idoneo percorso terapeutico.
«Circa il 50% dei pazienti che si reca presso il nostro Centro soffre di insonnia – spiega il Dr. Pierluigi Innocenti, Presidente Assirem (Associazione Scientifica Italiana per la Ricerca e l’Educazione nella Medicina del sonno) -. A questa patologia, che è sicuramente la più diffusa, si aggiungono molti altri disturbi del sonno, come ad esempio la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno e la sindrome delle gambe senza riposo, che determinano egualmente ripercussioni sulla qualità della vita diurna e sulla salute. Qualsiasi situazione che interferisca con la qualità del sonno, particolarmente se duratura, può contribuire ad alimentare problemi sia sulle capacità di buon funzionamento del nostro cervello, oltre che su cuore, sistema di difesa immunitario, ghiandole endocrine e, non meno importante, sul nostro benessere psichico. Intervenire precocemente sui disturbi del sonno è quindi, determinante per migliorare lo stato di salute complessivo della persona. Il primo passo da compiere è parlarne con il proprio medico di famiglia per essere eventualmente indirizzati verso il Centro di Medicina del Sonno più vicino. Tra i principali esami diagnostici eseguiti nel nostro Centro ci sono la polisonnografia, il monitoraggio cardiocircolatorio, l’attigrafia che ci consentono di diagnosticare i disturbi del paziente e pervenire ad una cura adeguata».
CURARE L’INSONNIA
L’insonnia viene trattata in maniera differente a seconda della tipologia e del quadro generale del paziente. Il primo passo è sempre rivolgersi al proprio medico, per identificare e curare la eventuale causa transitoria che ha provocato il disturbo. L’insonnia può talvolta persistere. In questo caso due sono le principali opzioni da mettere in campo: gli interventi sul comportamento e le terapie mediche (queste comprendono trattamenti farmacologici e la terapia PAP – ventilazione meccanica a pressione positiva delle vie respiratorie – per la cura dell’insonnia a causa di apnee notturne).
«Esistono numerosi metodi per correggere comportamenti scorretti che possono causare o peggiorare l’insonnia – spiega il Prof. Lino Nobili, neurofisiopatologo e neuropsichiatra, Coordinatore Scientifico del Progetto Sonno&Salute –. In genere sono mirati a cambiare le abitudini, le aspettative e i comportamenti che non favoriscono il sonno nonché a ridurre i livelli di ansia relativi al sonno (“la paura di non dormire”). I farmaci consigliati dalle Linee Guida internazionali per il trattamento dell’insonnia sono i farmaci sedativo-ipnotici a emivita breve e la melatonina 2 mg a rilascio prolungato (MRP 2mg) registrata come farmaco».
«Per i primi è consigliato l’utilizzo per brevi periodi (non oltre le quattro settimane). Infatti tendono a perdere la loro efficacia se assunti sistematicamente ogni notte per lungo tempo nonché possono avere effetti negativi sulla struttura del sonno stesso – prosegue il professore -. È inoltre importante tenere in considerazione che questi farmaci possono avere effetti residui negativi durante il giorno, come ad esempio sonnolenza e disturbi cognitivi (memoria, attenzione) che possono interferire con le attività quotidiane, inclusa la guida di autoveicoli. Pertanto andrebbero utilizzati sempre con il dosaggio minimo efficace. L’utilizzo di MRP 2mg è consigliato invece come prima intenzione nei soggetti insonni che hanno superato i 55 anni ma può essere efficace anche nei soggetti più giovani. La melatonina è un ormone naturale prodotto nella ghiandola pineale e ha un ruolo importante nella regolazione dei ritmi circadiani sonno-veglia, oltre a possedere un’azione di facilitazione e induzione del sonno. Studi clinici hanno dimostrato che la formulazione a rilascio prolungato, MRP 2mg, riduce significativamente il tempo di addormentamento e migliora sia la qualità del sonno che le performance diurne. Il trattamento è approvato per 13 settimane continuative, in quanto MRP 2 mg non dà assuefazione e generalmente non influenza i livelli di vigilanza diurna».