Tutti giurano che Zingaretti si ricandida alla Regione, ma qualcuno ne dubita

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Che meraviglia, sembra proprio che in autunno si vada a votare per le elezioni politiche. Il popolo non aspettava altro soprattutto i quattro gatti iscritti al blog di Grillo che hanno dato il loro assenso alla proposta di nuova legge elettorale alla tedesca che di germanico ha proprio niente.

Contento Renzi che spera di poter riacchiappare la presidenza del Consiglio dopo l’ormai prossimo voto politico, e che nel frattempo smerluzza il povero Angelino che, avendo ricoperto un po di ministeri in 3 anni, oggi ha paura di non superare la soglia del 5% di sbarramento. Gode Berlusconi che con questo nuovo patto del Nazzareno o della crostata che sia (come ai tempi di D’Alema) blinda il futuro delle sue aziende insidiate dai francesi che si comprerebbero mezza Italia, ma non vogliono farsi comprare da noi i loro cantieri.

Meno contenti Draghi, Visco e magari qualcuno in Europa mentre gli speculatori stanno affilando i loro coltelli sui tassi del debito pubblico. Ma chi se ne frega, quello che conta è prendere in mano il manico del governo prima della prossima legge di stabilità che peraltro, guarda un po, visti gli ultimi dati Istat del mese vede un incremento del Pil al 1,2% mentre l’occupazione degli ultracinquantenni risulta in risalita. Che Dio benedica l’Istat.

Vincitore della contesa, almeno per ora, è the big Matteo che dopo aver vinto, anzi stravinto le primarie del Pd, non fa prigionieri, azzerando la presenza della minoranza di Orlando e del prorompente e astuto Emiliano nella segreteria del suo partito. Il che non è di buon auspicio per l’assegnazione delle candidature ai due rami del Parlamento. Ma si sa, Mattew è fatto così e adesso si gioca la sua partita a poker con le elezioni poi si vedrà.

Lasciamo pure perdere le amministrative dell’11 giugno del cui esito non frega niente a nessuno se non ai vari capi bastoni locali che si debbono parare le terga in vista del voto politico. Ma qualche dubbio comincia a sorgere anche per lo svolgimento delle Regionali, previste per i primi mesi dell’anno prossimo, che il presidente Maroni vorrebbe anticipare per la Lombardia facendole coincidere con un pseudo referendum consultivo sull’autonomia padana.

Per quanto riguarda il Lazio tutti quelli della sua parte ormai giurano che Zingaretti si candiderà  e che i seggi verranno aperti a scadenza naturale il prossimo anno. Ma sarà veramente così? Se si considera il protagonismo di Renzi supportato dal suo fido scudiero Orfini, potrebbe anche essere che Nicola non sia così gradito al premier unto dalle primarie. In primis perché al referendum il Lazio ha totalizzato un 62% di NO che il capo non deve aver proprio gradito. E poi il sostegno perdente a Orlando del duo Zingaretti/ Bettini (con l’appendice esterna di Pisapia)  al congresso non è che possa ispirare grande magnanimità al capo indiscusso del Pd.

Ed è a questo punto che potrebbero aprirsi nelle prossime settimane scenari imprevisti perché si dice che per il Lazio stiano in pectore al segretarissimo altri nomi di candidati/candidate magari di fede renziana più indiscussa. In questo caso Nicola potrebbe anche optare per un seggio parlamentare vista la sua personalità, come si suol dire, di ‘alto profilo’ e lasciare ad altri una competizione regionale  più che mai incerta per il Pd.

Una sorta di hic rhodus  hic salta per il governatore che sta mettendo  in apprensione tutto il suo entourage, ma soprattutto il Pd romano (avviato al congresso) e regionale. Senza contare  che i maggiorenti a livello territoriale debbono venir ri-candidati e nella stesura delle liste  non si muoverà foglia che Matteo non voglia.

Qualcuno vagheggia che Nicola potrebbe candidarsi al Senato o alla Camera salvo poi optare per la Regione. Ipotesi credibile fino ad un certo punto se si dovesse votare alle regionali il prossimo anno. Ma che lo lascerebbe ‘scoperto’ sia per il Parlamento che per il Lazio se  Renzi tirasse fuori qualche altro coniglietto/a dal suo spregiudicato cilindro per il Lazio. E chi se fida?

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