65: un numero simbolo della Formula 1, quello delle pole-position dell’immortale Ayrton Senna, superato solo da Michael Schumacher (a quota 68), e che adesso appartiene anche a Lewis Hamilton.
Un traguardo dolcissimo per il pilota inglese, al quale sabato dopo le qualifiche è stato dato perfino in dono il casco appartenuto all’asso brasiliano, davanti alla folla festante di Montreal. Hamilton è già entrato nella leggenda, e non potrebbe essere altrimenti, con i suoi tre titoli mondiali (che potrebbero diventare quattro a fine stagione, come Alain Prost) e le sue 56 vittorie.
Una grande gara per la stella della Mercedes, condotta magistralmente e finita con una vera e propria parata trionfale, tagliando il traguardo con venti secondi di vantaggio sul suo compagno di squadra Valtteri Bottas, seguito a sua volta da Daniel Ricciardo (Red Bull), al suo terzo podio consecutivo in questa stagione, e che durante la premiazione ha fatto assaggiare il suo personale “champagne alla scarpa” a nientemeno che Sir Patrick Stewart (il mitico capitano Picard di Star Trek: The Next Generation e il Prof. X della serie cinematografica degli X-Men), al quale la bevanda non è dispiaciuta. De gustibus.
Quarto posto per Sebastian Vettel, che nelle prime fasi di gara è sprofondato in ultima posizione a causa di un contatto alla partenza che ha danneggiato l’alettone anteriore della sua Ferrari, stretto a “sandwich” tra Bottas e la Red Bull di Max Verstappen. Contro ogni pronostico si è poi reso protagonista di una splendida rimonta, arrivando al traguardo praticamente incollato agli scarichi di Ricciardo.
Fuoco e fiamme tra i piloti della Force India (che consolida il suo primato di quarta forza del campionato) Sergio Perez ed Esteban Ocon, che hanno dato vita a un vero e proprio duello in pista a suon di sorpassi e controsorpassi (tra l’altro disturbando non poco Vettel, che si trovava dietro di loro). Il messicano ha deliberatamente ignorato l’ordine di scuderia che gli imponeva di non far correre rischi inutili a se stesso e al suo compagno di squadra, forse nel tentativo di ristabilire le gerarchie interne al team, messe in dubbio dal talento cristallino del francese, attualmente sotto l’ala protettiva della Mercedes.
Invece la sfortuna ha ricominciato a perseguitare l’altro ferrarista Kimi Raikkonen, che dopo aver lottato per tutta la seconda metà di gara per il terzo gradino del podio è stato costretto a rallentare nelle fasi finali a causa di un problema ai freni, riuscendo tuttavia a giungere settimo al traguardo.
Ottimo ottavo posto per Nico Hulkenberg, ormai abbonato alla zona punti grazie a una Renault in costante crescita. Nona posizione invece per Lance Stroll, che arriva a punti per la prima volta nella sua carriera, e sul suo circuito di casa. Una bella prestazione per questo tanto discusso debuttante, che aveva fatto storcere il naso ai più, a causa del suo inizio di stagione non molto brillante, e che potrebbe convincere la Williams a dargli un po’ di fiducia in più in futuro. A chiudere la zona punti la Haas di Romain Grosjean.
Delusione per Max Verstappen (Red Bull), che dopo uno scatto fulmineo al via ed essersi portato in seconda posizione è stato costretto al ritiro da un problema tecnico. Stessa cosa per Fernando Alonso (McLaren), costretto al ritiro a pochi giri dal termini a causa di uno dei soliti guasti alla sua Power Unit Honda. Tuttavia, il due volte campione del mondo non sembrava minimamente toccato dalla cosa, anzi, si è perfino concesso di andare di persona tra gli spalti a salutare i suoi fan, che lo hanno praticamente stritolato. Una cosa che accade solo nei campionati statunitensi, dove i piloti sono vicinissimi ai loro sostenitori, e forse ormai la mente di Fernando si è definitivamente trasferita in America, viste anche le sue dichiarazioni nella conferenza stampa di giovedì scorso “Se la McLaren non dovesse diventare vincente la lascerò. E se aumenteranno i Gran Premi in calendario mi ritirerò dalla F1. A Indianapolis l’atmosfera è più rilassata: i piloti pensano solo a vincere, mentre qui ha un ruolo importante il business”.
Un Gran Premio che ha visto quindi un dominio di Lewis Hamilton, ma anche una grandiosa impresa di Sebastian Vettel, che è riuscito a limitare i danni in campionato, mantenendo 12 punti di vantaggio sul suo rivale diretto. Un tanto anticipato duello in pista purtroppo stroncato sul nascere, e che tutti i fan, i quali lo chiedono a gran voce, sperano di vedere in Azerbaijan il 25 giugno.
ORDINE D’ARRIVO GP CANADA
1) Lewis Hamilton (AMG Mercedes GP)
2) Valtteri Bottas (AMG Mercedes GP)
3) Daniel Ricciardo (Red Bull-TAG Heuer)
4) Sebastian Vettel (Scuderia Ferrari)
5) Sergio Perez (Sahara Force India-Mercedes)
6) Esteban Ocon (Sahara Force India-Mercedes)
7) Kimi Raikkonen (Scuderia Ferrari)
8) Nico Hulkenberg (Renault Team)
9) Lance Stroll (Martini Williams-Mercedes)
10) Romain Grosjean (Haas-Ferrari)
CLASSIFICA PILOTI
1) Sebastian Vettel (Ferrari) 141 pts.
2) Lewis Hamilton (Mercedes) 129 pts.
3) Valtteri Bottas (Mercedes) 93 pts.
4) Kimi Raikkonen (Ferrari) 73 pts.
5) Daniel Ricciardo (Red Bull) 67 pts.
CLASSIFICA COSTRUTTORI
1) AMG Mercedes GP 222 pts.
2) Scuderia Ferrari 214 pts.
3) Red Bull-TAG Heuer 112 pts.
4) Sahara Force India-Mercedes 71 pts.
Simone Pacifici