Sul termovalorizzatore di Colleferro la lettera dell’ex consigliere regionale Donato Robilotta

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Gentile Direttore,

ho letto con qualche sconcerto le proteste del sindaco di Colleferro, Sanna, ma anche di altri amministratori locali del luogo, alla notizia dell’assenso dell’Ama, nonostante diverso parere precedente dell’amministrazione capitolina, al revamping del termovalorizzatore di Colleferro.

Come sappiamo, senza revamping l’impianto di proprietà della società regionale Lazio ambiente, che vede la partecipazione minoritaria della municipalizzata di Roma capitale, non avrebbe nessun futuro e sarebbe da rottamare.

E’ questo quello che vuole il sindaco di Colleferro, sapendo che questo significherebbe non solo aggravare la già difficile situazione della gestione dei rifiuti ma anche lasciare per strada i lavoratori della società?

Mi auguro di no.

Trovo poi francamente paradossale che da un lato la Regione, guidata dal Pd, incalzi l’amministrazione Raggi per dare il via libera al revamping e appena l’Ama dà il suo assenso i sindaci del Pd attacchino l’amministrazione capitolina, facendo finta di non sapere che la prima parola nel merito spetta alla Regione Lazio.

I sindaci hanno paura che quell’impianto possa essere usato anche per i rifiuti di Roma?

Mi permetto solo di far notare che l’ato di gestione dei rifiuti è provinciale, anzi sull’impiantistica dei termovalorizzatori è regionale, e la partecipazione azionaria con l’Ama, voluta dall’allora consorzio Gaia, aveva lo scopo proprio di una collaborazione con Roma.

Piuttosto i sindaci incalzino la Regione per capire cosa succederà di Lazio ambiente e del termovalorizzatore, perché della gara annunciata non c’è traccia e soprattutto su quali siano le reali intenzioni dell’amministrazione Zingaretti sulla discarica di Colle Fagiolara, visto che da un lato ne annuncia la chiusura e dall’altro ne autorizza l’ampliamento per oltre un milione di metri cubi. Le due cose sono in contrasto.

Mi consenta infine di far notare a quanti ritengono che con il termovalorizzatore di Colleferro e quello di S. Vittore si possa raggiungere l’autosufficienza impiantistica che il decreto del Governo Renzi, cd sblocca impianti, prevede nel Lazio oltre ai due impianti in questione anche il termovalorizzatore di Malagrotta, autorizzato ma non in funzione, e un quarto impianto, che nel piano regionale dei rifiuti era rappresentato da quello di Albano.

E questo calcolando la raccolta differenziata al 65%, come da legge.

Credo che sui rifiuti bisognerebbe avere grande senso di responsabilità, specialmente i partiti di governo, perché il partito “del no nel mio giardino” ci ha portato a questa grave situazione di emergenza che ho l’impressione stia sfuggendo di mano alle istituzioni locali e a quella regionale.

Grazie per l’attenzione

Donato Robilotta  

Già consigliere del Consiglio Regionale del Lazio

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