Il lago di Bracciano e Roma senz’acqua: è emergenza idrica

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Potrebbe non esser più tra i laghi più profondi d’Italia e Roma potrebbe rimanere all'”asciutto”. Nell’estate torrida 2017 va in scena, dopo mesi di silenzi, sofferenze e denunce rimaste lettera morta, il dramma del Lago di Bracciano, sempre più basso, sempre più lontano dal ricordo che tutti i romani e i turisti avevano di lui. E’ in “discesa libera” il livello idrometrico del Lago e, intorno a quell’asta numerata che dal lungolago di Trevignano Romano sentenzia ogni minuto l’emergenza, è scoppiato il “caso” che oggi ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica. Dai social alle tv, dai quotidiani alle radio, il coro è uno: il Lago sta morendo e i romani rimarranno senz’acqua. Da un lato la regione Lazio che ieri sera ha detto basta ai prelievi, dall’altro Acea che prospetta una crisi idrica per un milione e mezzo di romani. Una “tragedia” l’ha definita oggi il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, che ha prospettato il “rischio della catastrofe ambientale”. Una tragedia che vede protagonisti il Lago, Acea, la società partecipata del comune di Roma e, sullo sfondo, la siccità. La storia è nota: il livello del Lago è al di sotto dello zero idrometrico anche a causa delle caaptazioni di Acea e ieri sera la Regione Lazio ha deciso di metterci un punto: stop ai prelievi di Acea dal 28 luglio. Decisione motivata dalla necessità di arginare un possibile disastro ambientale e per mettere un freno alla “violazione delle prescrizioni” da parte di Acea – come ha spiegato oggi la Direzione regionale delle Risorse Idriche della Regione Lazio. E’ tecnica la spiegazione: “un Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici ha concesso all’Azienda Comunale Elettricità Acque – Acea di prelevare acqua dal lago di Bracciano per usi potabili, assicurando comunque il mantenimento delle escursioni del livello del lago nell’ambito di quelle naturali” e il livello idrometrico minimo concesso per le captazioni è fissato a 161,90 m. sopra il livello del mare.

“Attualmente il livello del lago di Bracciano è al di sotto di questa quota minima prefissata, e ancor più lontano dallo zero idromedrico che corrisponde a quota 163,04″ dice la regione mettendo un punto sui prelievi. Dunque si apre il caso che diventa anche politico. “Basta andare con una fotocamera a Bracciano per capire che sta accadendo l’inimmaginabile – dice Zingaretti -. far uscire l’acqua dai rubinetti è un diritto, ma dobbiamo fare i conti con un problema enorme che è la siccità. Mi piacerebbe invitare qui Donald Trump per fargli capire cosa significa non rispettare gli accordi sul clima”. E se la preoccupazione di Zingaretti è chiara lo è altrettanto quella della Raggi che non lascia spazio a dubbi: l’acqua ai romani va assicurata. Bisogna salvare il lago, dice dal canto suo il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori, per il quale bisogna “trovare soluzioni concrete all’emergenza idrica e ambientale, perché il Lago di Bracciano va rispettato, come un patrimonio di tutti”. Ma ad attaccare la Sindaca Raggi e Acea sono alcuni parlamentari del Pd. “Oltre l’indifferenza dimostrata in questi mesi di fronte alle gravi condizioni del Lago di Bracciano, Acea si permette anche il lusso di fare terrorismo psicologico minacciando una turnazione idrica per un milione e mezzo di romani, a seguito della decisione assunta ieri dalla Regione Lazio di bloccare i prelievi dal bacino a nord della Capitale. Sostenendo che Roma possa incorrere il rischio di una seria crisi idrica, Acea contraddice se stessa e i dati che ha fornito in questi ultimi mesi”.

IL CASO ACEA

“Un Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici (il n. 1170/1990) ha concesso all’Azienda Comunale Elettricità Acque – Acea di prelevare acqua dal lago di Bracciano per usi potabili, assicurando comunque il mantenimento delle escursioni del livello del lago nell’ambito di quelle naturali. Per tale ragione, proprio nella Relazione Generale del Progetto del Nuovo Acquedotto del lago di Bracciano, redatto dalla stessa Acea, alla lettera b di pagina 39 si definiva il livello idrometrico minimo concesso per le captazioni, fissandolo a m. 161,90 sopra il livello del mare. Anzi, a tale proposito, si prescriveva quanto segue: ‘verranno inserite le saracinesche di apertura e chiusura ed un sifone idraulico che provveda a disinnescare automaticamente le condotte, non appena il livello dell’acqua scende sotto la quota minima di m 161,90′”. Lo comunica in una nota la Direzione regionale delle Risorse Idriche – Regione Lazio. “Attualmente il livello del lago di Bracciano è al di sotto di questa quota minima prefissata, e ancor più lontano dallo zero idromedrico che corrisponde a quota 163,04″.

 

 

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