Papa in Colombia, mons. Álvarez (Cec): “Possiamo davvero voltare pagina. Risposta del popolo strabordante”

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“Sabato ho potuto scambiare qualche parola con il Santo Padre, tutto è andato bene, il Papa era molto contento. Ha parlato dello slogan del viaggio, ‘Facciamo il primo passo’, c’è la sensazione che possiamo davvero voltare pagina, fare cose nuove”. Lo racconta mons. Elkin Fernando Álvarez Botero, segretario generale della Conferenza episcopale colombiana (Cec) e vescovo ausiliare di Medellín, che al Sir traccia un bilancio del viaggio papale. Il segretario generale afferma che porterà nel cuore soprattutto tre momenti di questa visita: “Giovedì, a Bogotá, quando il Papa ha messo a fuoco il compito della Chiesa e la sua volontà di essere protagonista nel momento in cui il Paese ha bisogno di una trasformazione profonda. Lo ha fatto davanti al presidente Santos e poco dopo ha rivolto a noi vescovi un discorso che mi ha commosso totalmente, nel quale ci ha parlato dell’approccio spirituale, delle azioni cui siamo chiamati. Il secondo momento l’abbiamo vissuto a Villavicencio, venerdì, durante la cerimonia per la riconciliazione nazionale. Noi colombiani abbiamo un detto, il Papa è stato ‘dado en clavo’ (potremmo tradurre che ha messo a posto le cose, nel punto giusto al momento giusto, ndr). Il terzo momento l’ho vissuto sabato, a Medellín. Il Papa ha animato la vocazione cristiana, ha chiesto generosità e radicalità, in particolare a sacerdoti, religiosi e religiose”. Per mons. Álvarez, il popolo colombiano è stato “strabordante, straordinario, siamo andati al di là di ogni speranza. A Medellín erano presenti alla messa 1 milione e 200mila fedeli, tantissimi altri lungo le strade. Ho vista tanta gioia ed è emersa la devozione del popolo colombiano”.

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Papa in Colombia: mons. Álvarez (Cec) sui ripetuti inviti di Francesco, “la pace è Vangelo, non politica”

“Il Papa non si è discostato dal proposito pastorale, questa è stata appunto una visita apostolica, ma era semplicemente assurdo pensare che non invitasse alla pace. La pace è Vangelo, non programma politico. E non si può dimenticare che questo Paese ha bisogno di pace”. Lo afferma in un’intervista al Sir mons. Elkin Fernando Álvarez Botero, segretario generale della Conferenza episcopale colombiana (Cec) e vescovo ausiliare di Medellín, che traccia un bilancio del viaggio papale. Sull’accoglienza di tale messaggio da parte dei colombiani, mons. Álvarez afferma di essere “sorpreso dal modo corale con il quale ciò è avvenuto. I cattolici, ma anche tutti i cittadini in generale, hanno compreso che questo cammino è una necessità per il Paese. Qui, in Colombia, c’è stato un grande impatto anche mediatico, perfino una trasmissione sportiva si è soffermata sull’invito a mettere da parte odio e rancori. Direi che il Papa ha risvegliato tutti”. Resta, certo, il problema della polarizzazione politica, che “in questi giorni non si è vista tanto. Ma il Papa è consapevole che essa esiste. Lo si è capito dalle sue parole, dal fatto che ha invitato a lasciare indietro rancori e divisioni. A questo Paese servono propositi comuni, pur nel rispetto delle idee diverse. Il Santo Padre mi è sembrato molto cosciente che la riconciliazione non è una ricetta magica, ma il compito di ogni giorno, ha accennato alla zizzania che cresce assieme al grano buono. Proprio per questo è necessario rafforzare il buon seme”. Prosegue il segretario dell’episcopato colombiano: “Come Vescovi leggeremo attentamente, studieremo tutto quello che il Papa ha detto e riproporremo le sue parole. In questi giorni ha parlato molto di diseguaglianza, di povertà, di corruzione, della disgregazione e delle violenze nelle famiglie. Abbiamo avuto modo di riflettere molto sulla radice della violenza, sul compito educativo che ci aspetta”. Infine, una speranza sull’evoluzione del dialogo con la guerriglia rimasta sul campo, quella dell’Eln: “Speriamo che il cessate-il-fuoco annunciato nei giorni scorsi diventi definitivo. Noi vescovi siamo presenti con una nostra Commissione che sta facilitando i lavori del tavolo di dialogo di Quito tra Governo ed Eln. Il nostro compito più importante resta quello di accompagnare le comunità nel cammino di pace”.

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