Il presidente della Commissione Mobilità di Roma Enrico Stefàno difende la delibera di proroga dell’affidamento del Servizio ad Atac fino al 2021. Il documento è stato presentato in Commissione Mobilità e intende «portare a termine una pianificazione che ha, come fine ultimo, l’erogazione di un servizio di trasporto pubblico efficiente e funzionale e il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e retributivi, consentendo al contempo la soddisfazione dei creditori e i necessari investimenti».
Evidentemente l’ottimo Stefàno non è al corrente che la stessa Ragioneria capitolina frena sulla proroga perché la procedura non deve comportare maggiori spese per il Comune e per di più desta perplessità e «profili critici» sul terreno della legalità.
Mentre Roma si avvia verso l’ennesimo, devastante sciopero dei trasporti previsto per domani, la sindaca intende non tanto bloccare il referendum dei Radicali sulla privatizzazione della società (soluzione peraltro sostenuta dall’ex assessore alle ‘partecipate’ Colomban) ma precostituire una situazione di fatto in vista delle decisioni del tribunale fallimentare cui il 26 gennaio verrà presentato anche il piano industriale dell’azienda di cui ad oggi si sa ben poco.
Il ‘colpaccio’ non piace nemmeno al senatore del Pd Stefano Esposito che è stato per un breve periodo assessore capitolino alla Mobilità nella giunta Marino, ma è anche vice presidente della commissione Traspori al Senato.
Così lui scrive al Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone, al Presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti Andrea Camanzi e al Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Giovanni Pitruzzella.
Il ragionamento del Senatore è molto articolato e parte dalla situazione debitoria di una azienda che perde circa 1,3 miliardi a fronte della permanente mancanza di liquidità che mette a rischio il pagamento degli stipendi.
Tanto più che nel 2016 Atac ha perso ancora 212 milioni riducendo il capitale sociale al di sotto del minimo legale e di fatto paralizzando l’azienda nonostante il Governo abbia stanziato 500 milioni per le metropolitane.
In questa situazione il Comune vorrebbe prorogare il contratto di servizio della partecipata dal 4 dicembre 2019 al 3 dicembre 2021 per mantenere, così sostengono i 5stelle, la continuità del servizio, i livelli occupazionali e proteggere i creditori.
Ma secondo Esposito questo obiettivo sarebbe raggiungibile «solamente attraverso la tempestiva indizione della gara per il nuovo affidamento e il ricorso alla procedura di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato d’insolvenza prevista dal ”Decreto Marzano.»
In questo modo si raggiungerebbe «un miglior risultato sia per il contribuente, in termini di assolvimento degli oneri fiscali e costo del servizio, sia per la collettività, in termini di qualità del servizio, quanto meno per i rilevanti investimenti che l’aggiudicatario (della gara ndr) sarebbe tenuto ad assicurare, mentre ATAC non dispone delle risorse finanziarie occorrenti.»
Evidentemente Esposito, fautore del possibile ingresso di Ferrovie in Atac, vede il pericolo che i creditori si sobbarchino le costanti perdite gestionali della società senza contare che nel frattempo il governo di un commissario governativo «assicurerebbe maggiore indipendenza rispetto alla gestione management ndr?) attuale dell’azienda» che onor del vero sino ad oggi non ha brillato.
C’è poi il nodo della normativa UE che nel 2019 prevede il bando di gara europeo. Per questa ragione il senatore chiede alle varie autorità di valutare se l’affidamento senza una procedura di gara possa eludere proprio quella normativa.
Senza considerare che l’attuale affidamento del servizio scade fra due anni e quindi ci sarebbe tutto il tempo per la riorganizzazione del servizio di trasporto con un piano di risanamento efficace, mentre la proroga del contratto finirebbe incancrenire la situazione. Quindi è necessario sapere da subito se questa proroga sia conforme alla normativa europea, al codice degli appalti e alla Legge Fallimentare visto che manca il parere preventivo dei Commissari Giudiziali, quello della Avvocatura Capitolina oltre che l’autorizzazione del Tribunale Fallimentare.
Insomma un intreccio di motivazioni sostanziali e formali che rende estremamente vulnerabile la proposta del Comune per la proroga, ma evidenzia l’intenzione della Raggi di scaricare la patata bollente di Atac sulla futura amministrazione nel 2021. Ah, Virginia Virginia, roba da prima repubblica, altro che rivoluzione grillina.
Giuliano Longo