Vietata la pubblicazione dei sondaggi che continueranno a circolare “segretamente”

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Siamo così giunti agli ultimi sondaggi  che non potranno più venir pubblicati  per una singolare regola, tutta e solo Italiana, anche se (statene certi) continueranno a circolare nelle redazioni e fra gli addetti ai lavori della casta sino all’ultima ora prima del voto.

Alcuni candidati fingono di ignorarli, come nel caso di Stefano Parisi che nella sua recente intervista al nostro quotidiano, afferma di non volerli nemmeno consultare  perché le scelte dei veri leader non dovrebbero basarsi sui mutevoli umori degli elettori. Vorrà dire che per conto suo li consulterà l’ex Cavaliere (noto ‘divoratore’ di rilevazioni quotidiane)  che ovviamente terrà i risultati tutti e solo per sè. Poi c’è  Sergio Pirozzi  che, come ha detto ieri sera ad una radio privata, ai sondaggi non ci crede  perché dipendono da chi li commissiona e li paga, salvo poi citare lui quelli ‘veri’.

Dopo quello del Pagnoncelli pubblicato sabato scorso dal Corriere della Sera, ieri è uscito quello de Il Tempo che vede in testa Zingaretti, come ormai confermato da tutte le rilevazioni, ma registra la rimonta del candidato del centro destra Parisi al secondo posto e in progressiva ascesa. Miracolo, se si considera che qualche giorno fa Stefano si piazzava al terzo posto dopo il governatore e la grillina Lombardi, addirittura tallonato dal Pirozzi, ma si sa, l’elettore è mobile se non qual piuma al vento,  quasi. 

Allora vediamoli i numeri che dà il Tempo: Nicola Zingaretti al 31,7%. Stefano al 25,6%. Roberta Lombardi al 24,4% e Sergio Pirozzi al 9,3%.

Eppure ci sono anche le solite rilevazioni, ovviamente “riservatissime”  che circolano abbondantemente le quali incrociano anche il gradimento  di popolo dei singoli candidati.

Ebbene, queste danno Zingaretti al 30/34%,Parisi al 22/26% tallonato dalla Lombardi al 21/25%,Pirozzi al 19/23% e Casa Pound fra il 3 e il 7% che tutto sommato è la novità di queste rilevazioni. Una novità  che non dovrebbe far piacere  A Giorgia Meloni che solo qualche mese fa vantava i Fratelli d’Italia  nel Lazio quale partito di maggioranza relativa della coalizione di centro destra. Affermazione ormai ampiamente improbabile se il sindaco di Amatrice e Casa Pound pescassero anche nell’elettorato di quel partito. 

Indecisi e non votanti ancora nell’ordine del 34% percentuale che, secondo gli esperti, scenderà di qualche punto grazie alla concomitanza delle elezioni politiche.

Questo per quanto riguarda i candidati. Altro discorso riguarda le liste dove influisce il peso dei partiti “macchina” e le loro modalità (anche clientelari) di raccolta dei consensi. Un meccanismo che potrebbe penalizzare la lista dello Scarpone di Sergio Pirozzi del tutto nuova e  prevalentemente composta da amministratori e semplici cittadini impegnati nel sociale. 

Se questo fosse il quadro del voto finale, nonostante il premio di maggioranza di 10 consiglieri al vincitore, il nuovo governatore potrebbe anche non avere la maggioranza alla Pisana. 

Ma tranquilli, sulle leggi più importanti quali il bilancio la maggioranza si troverà sempre perché si fanno accordi trasversali del tipo “io ti do tu mi dai”. E poi voglio vedere chi è disposto a mollare la poltrona da 8mila euro mese sfiduciando il governatore e la sua Giunta per andarsene a casa anzitempo. Compresi gli onestissimi grillini che questa volta dovrebbero portare in Consiglio un bel pattuglione di eletti.

Giuliano Longo

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