Pomezia, il sindaco Fucci: “I 5Stelle hanno voluto farmi fare la stessa fine di Ignazio Marino”

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Pomezia sarà per i Grillini  una nuova Parma e lo ’sfiduciato’ sindaco Fucci un nuovo Pizzarotti? Il problema investe tutto il MoVimento che nel Lazio, pur arrivando terzo con Roberta Lombardi, ha visto anche una flessione nei consensi rispetto al 2016 che non ha risparmiato la Capitale. 

Un problema tutto sommato marginale per un Di Maio che punta ad essere il leader del prossimo governo, ma che indebolisce comunque il suo partito nella seconda regione d’Italia. 

Il caso è noto, Fucci aveva chiesto invano al suo partito la deroga al vincolo del secondo mandato, una regola iniqua per l’ex sindaco. Di fronte al muro delle regole confermato dal grande guru Grillo e dall’algido informatico Casaleggio Junior, aveva tentato di far prevalere il buon senso grazie al giudizio ampiamente positivo sul suo operato.

A questo punto era necessaria una scomunica plateale delle sue intenzioni che puntualmente è arrivata venerdì quando  tutti i consiglieri di maggioranza del M5s si sono dimessi in blocco causando la caduta dal Comune di Pomezia, lo scioglimento di giunta e del consiglio. 

Fucci resterà in carica solo per l’attività ordinaria fino alla nomina di un commissario e alle probabili elezioni di fine maggio.

In verità l’idea delle dimissioni in blocco, in questo caso dell’opposizione in maggioranza alla Pisana, era balenata anche a Sergio Pirozzi scontratosi con l’indifferenza dei partiti che per il momento non hanno alcuna intenzione di far cadere Zingaretti, invece Fucci chiama in causa la sorte  di Ignazio Marino vittima di una manovra analoga. 

 «I consiglieri del M5S – tuona il sindaco dimissionato-  hanno fatto esattamente quello che fece il Pd all’ex sindaco di Roma Ignazio Marino. A Pomezia per giunta il mandato era in scadenza e si sarebbe comunque votato a maggio, quindi è stato un gesto illogico e irresponsabile per una bega di partito, in quanto ora si blocca l’attività di una città per due mesi» 

Quindi, aggiunge «volevano colpire me, mentre hanno fatto danno a Pomezia Il tutto perchè ho scelto di ricandidarmi anche senza il M5S. Solo una settimana fa, infatti, ho presentato il mio nuovo progetto politico con cui correrò alle comunali, la lista civica ‘Essere Pomezia’.» 

Poi, come fece Pizzarotti, poi rieletto sindaco a Parma, non lesina critiche al suo ex partito   «io credo che il M5S a dieci anni dalla sua nascita avrebbe dovuto cambiare passo. La scelta di non superare questa rigidità eccessiva nella logica dei due mandati è stata illogica perchè significa perdere esperienze. Non ricandidare un sindaco, di cui si attesta il buon governo, denota una pochezza di strategia politica, una disarmante miopia che non fa ben sperare per un Movimento che con Di Maio vorrebbe ora governare il Paese.» 

E pensare, osserva ancora l’ex sindaco, che la regola del secondo mandato potrebbe venir contraddetta dall’ideona  dei vertici 5Stelle  di far valere il secondo mandato «per non perdere una vagonata di senatori e deputati»  in caso di scioglimento anticipato delle Camere e rinvio alle urne.

Insomma due pesi e due misure che potrebbero segnare il declino dei 5stelle stelle non solo a Pomezia, ma nell’intera area metropolitana , mentre il centro destra affila le armi della revanche.

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