La delibera dello stadio verso lo stop. Il ‘prima e dopo’ Lanzalone

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Appena ieri erano stati pubblicati una nota e un video della sindaca di Roma Virginia Raggi, che annunciava ai romani che entro 30 giorni il Campidoglio avrebbe risposto alle 31 osservazioni arrivate al progetto dello Stadio dell’As Roma a Tor di Valle. Assolta l’incombenza, sarebbe arrivata entro luglio all’Assemblea capitolina la Delibera contenente la variante Urbanistica e i dettagli del progetto. A quanto si apprende, però, l’amministrazione capitolina sarebbe pronta a sospendere l’arrivo della delibera in Aula fino a che gli inquirenti non faranno piena luce sulla vicenda. Lo stop allo Stadio della Roma era stato uno dei pilastri delle proposte del Tavolo Urbanistica del M5S per la campagna elettorale di Virginia Raggi a sindaca di Roma.

A incarnarlo era stato scelto il volto dell’Urbanista Paolo Berdini, che lo aveva indicato come uno dei progetti-scempio avviati dall’amministrazione Marino e che, per questo, fu individuato dal M5S come uno degli assessori annunciati per trainare la volata al ballottaggio, intercettando parte dell’elettorato della sinistra romana. Berdini aveva fatto del no allo Stadio a Tor di Valle una battaglia personale: dopo un lungo pressing ,che prosegue per tutto il 2016, continua a opporsi ai proponenti di Eurnova, anche a rischio di possibili cause, ritenendo sbagliata l’area di costruzione e chiedendo loro, come unica mediazione, di realizzare solo l’impianto sportivo, senza il business center e senza area commerciale da mettere a redddito. Di fronte a questo ‘no’ irremovibile, gli si affianca nell’agosto del 2016 l’avvocato Luca Lanzalone, che inizia a salire e scendere a tutte le ore le scale di Palazzo Senatorio. Ha sempre negato di essere stato indicato o di avere relazioni con la Casaleggio Associati, ha al suo attivo consulenze per le giunte Pd di Genova e Crema per il riordino delle partecipate. Lanzalone a Livorno, con la Giunta Nogarin, assieme all’assessore Gianni Lemmetti che ora gestisce il Bilancio della Capitale, si intesta il salvataggio della municipalizzata Aamps spa che ne gestisce i rifiuti. Con questa fama precede a Roma di qualche mese Lemmetti. Con l’arrivo di Lanzalone il dialogo con Parnasi e Eurnova per lo sblocco dello Stadio si fa più fitto. A febbraio Raggi scarica Berdini, un po’ per i severi giudizi da lui espressi sul suo conto a mezzo stampa, un po’ anche perché alcuni progetti, come lo Stadio, cui lui si opponeva, con Lanzalone sembrano invece fattibili e nella legalità. Quando si insedia il tavolo tecnico tra proponenti e Comune, Berdini è già fuori dalla Giunta Raggi e Lanzalone guida la riscrittura del progetto: una corsa contro il tempo verso la Conferemza dei servizi in Regione, in cui dal disegno originale saltano le torri dell’archistar Libeskind. Nel progetto rivisto, anche per placare le polemiche interne al M5S, si dimezzano le cubature a 212mila metri quadrati, ma saltano anche molte delle opere pubbliche previste a carico dei proponenti. La maggior parte del cemento da gettare è ancora rappresentato dal Business park, che copre 139mila metri quadri, 52mila restano per lo stadio e 20mila per le aree commerciali.

Salta il prolungamento della Metro B fino a Tor di Valle, per la Roma-Lido arrivano 5-6 treni invece dei 16 previsti da Marino. Con fondi statali si procedere a costruire il ponte di Traiano mentre Eurnova, con fondi propri, deve realizzare un ponte pedonale verso la stazione di Magliana per Fiumicino, deve mettere in sicurezza il Fosso di Vallerano e quello dell’Acqua Acetosa oltre a procedere all’unificazione della via del Mare con la via Ostiense. Delle obiezioni al progetto arrivate fino a ieri al Comune, ventuno sono state redatte dal Comitato “Salviamo Tor di Valle dal Cemento” insieme al Tavolo della Libera Urbanistica, quello guidato dall’architetto Francesco Sanvitto, ex attivista 5Stelle “scomunicato” da Beppe Grillo in persona a fine febbraio 2017. Un’altra decina sono state presentate da Italia Nostra insieme al Tavolo e un’altra dal Codacons sempre insieme al Tavolo, mentre otto sono state elaborate dall’associazione Carte in Regola. A prescindere dal loro contenuto, però, l’orientamento del Campidoglio sembra essere di fermare tutto e attendere l’esito delle indagini.

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