Ex Ferrovie concesse, Radicali: «Privo di senso il passaggio a Roma Capitale»

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“L’iter per il passaggio delle ferrovie “ex concesse” dalla Regione Lazio a Roma Capitale, ipotizzato quest’oggi nella commissione competente in regione Lazio, manca sia di una ricognizione patrimoniale per valutare il significato e le conseguenze economiche dell’operazione, sia dell’esplicitazione dell’interesse pubblico”. Così in una nota Simone Sapienza, segretario di Radicali Roma, e Francesco Mingiardi, membro di direzione di Radicali Italiani.
“La Regione, a prescindere dalla proprietà delle infrastrutture, resterebbe l’ente titolare della programmazione dei trasporti: anteporre qualsiasi atto dispositivo alla necessaria attività di programmazione sarebbe una scelta amministrativa del tutto priva di senso.
Vi sono, poi, le questioni di opportunità sul rapporto tra interessi privati e interessi pubblici. Per l’affidamento in house, infatti, è richiesto che la società affidataria svolga i servizi in esclusiva per l’ente controllante: per questo il fatto che ATAC svolga il servizio sulle ex concesse per conto della Regione è stato più volte contestato dall’Antitrust. Parrebbe quindi che il passaggio possa servire a “sanare” una situazione di illegittimità: inoltre, anche se teoricamente potrebbe sembrare una scelta opportuna, il protrarsi dell’affidamento in house ad ATAC riproporrebbe l’inefficienza che i romani hanno purtroppo imparato a conoscere. Il tutto a scapito di procedure aperte e concorrenziali in cui all’amministrazione sia riservato il ruolo della programmazione e del controllo, e ai concorrenti -pubblici o privati che siano- l’erogazione del servizio. Perdipiù, la scelta appare tanto meno opportuna oggi, in quanto ATAC è nel mezzo di un procedimento molto travagliato finalizzato all’ammissione del concordato preventivo. Dal punto di vista dei cittadini, infine, la scelta va nella direzione opposta a quella indicata da oltre 33mila firmatari della proposta di referendum consultivo “Mobilitiamo Roma”, che chiede proprio di introdurre la concorrenza nell’affidamento e nella gestione dei servizi di trasporto pubblico.
Insomma, c’è il dubbio che il passaggio a Roma Capitale non porterebbe alcun giovamento ai romani: a giudicare dai risultati disastrosi dell’amministrazione capitolina, si tratta di un dubbio più che fondato”.

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