Le doppie poltrone di Fassina, Giachetti e Michela Di Biase

0
356

L’ex viceministro dell’Economia del Governo Monti ora deputato di Leu, Stefano Fassina si occupa di strategie e di future alleanze tanto che è sicuramente attratto dalla proposta unitaria di Nicola Zingaretti e gli scrive una bella lettera aperta:  

Caro Nicola – scrive -,attenzione: giustapporre intorno al Pd ‘liberato’ (dal renzismo ndr) esperienze civiche, buone classi dirigenti amministrative, intellettualità fresca è certamente condizione necessaria, ma non sufficiente a mettere in campo un adeguato e credibile progetto politico per il nostro Paese…».

Posizione che nella sostanza invita il Pd a definire la sua prospettiva politica, svecchiando la sua classe dirigente e le sue alleanze sociali anche se il futuro di Liberi e Uguali, va pure detto, non è che viaggi con il vento in poppa.

Solo che parlare di rinnovamento a casa altrui è più facile che in quella propria. Ma veniamo al punto.

Fassina è anche consigliere comunale della Capitale.

Meritoriamente, perché i voti di Sinistra Italiana, prima che nascesse Leu, sono sempre voti. Purtroppo anche fra i duri e puri della gauche de noantri si va aprendo una querelle non proprio strategica, ma sicuramente fastidiosa.

Infatti si è diffuso in questi giorni un appello dei militanti di Sinistra per Roma, il partito con il quale Fassina è stato eletto in Consiglio, che gli chiede, con un po’ di giri di parole in politichese, di mollare quella poltrona. 

«Chiediamo a Fassina di cui apprezziamo l’equilibrio e la qualità con cui ha finora svolto il suo ruolo di consigliere comunale – è scritto nell’appello – di dedicarsi alla sola funzione parlamentare e in tal modo consentire a Sandro Medici, primo dei non eletti e depositario di cospicui consensi, di proseguire in Campidoglio il percorso istituzionale di Sinistra per Roma». 

L’appello, firmato da alcune decine di militanti e si conclude così: «Siamo fiduciosi che tale avvicendamento possa presto realizzarsi… per permettere a Fassina di svolgere compiutamente il suo impegnativo ruolo parlamentare e così fugare ogni perplessità sul suo doppio incarico istituzionale». 

La notizia non ha avuto grande diffusione sui media probabilmente perché il caso di Stefano non è l’unico a sinistra. Infatti nel Pd è ancora più evidente perché godono del doppio incarico l’ex candidato sindaco geneticamente Radicale (in senso pannelliano) Roberto Giachetti eletto alla Camera in Toscana (nemmeno nel Lazio) e Michela Di Biase moglie di Franceschini, eletta alla Pisana che si è limitata a lasciare l’incarico di capo gruppo del Pd in Consiglio. 

Da questa parte (del Pd) nessun appello, forse qualche critica sussurrata sui social anche per non turbare equilibri politici ancora molto precari. Con il presidente del partito Orfini che non digerisce la candidatura di Zingaretti alla segreteria nazionale mentre per quella regionale sembra proprio che si contengano la palla il potente senatore Bruno Astorre e l’ex deputato europeo (ed ex orfinano) Francesco De Angelis storico esponente del frusinate. 

Dalla serie non facciamo polemiche inutili sui doppi incarichi e non facciamoci del male che non si sa nemmeno quando faremo il congresso.

Eppure una lezioncina, quantomeno di stile, è venuta da destra da quel Fabrizio Ghera dei Fratelli D’Italia che si è dimesso dall’aula Giulio Cesare per restare alla Pisana dove è stato eletto.

L’attaccamento dei tre della doppia cadrega potrebbe tuttavia avere una spiegazione piuttosto antipatica. E cioè che i tre primi dei non eletti che potrebbero prendere il loro posto vengano considerati inadeguati o dei minus habens politici. Allora questa sindrome acuta da cadreghite si spiegherebbe.  

Giuliano Longo

È SUCCESSO OGGI...