Roma, sgomberato stabile occupato da mille rifiugiati eritrei

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A un anno dallo sgombero in piazza Indipendenza dello stabile occupato da oltre mille rifugiati eritrei, il sindacato di base Usb denuncia che da questa mattina è in corso a Roma in via Scorticabove 151, di proprietà privata, lo sgombero di circa 100 rifugiati regolari provenienti dal Darfur. Il sindacato ricorda che i rifugiati abitano nel palazzo da molti anni: in passato sono stati assistiti in quella stessa struttura “da una cooperativa coinvolta in Mafia Capitale e poi sparita”. “Molti sono lavoratori ambulanti, altri vanno a lavorare nei campi al Sud durante i periodi della raccolta”, si legge nella nota dell’Usb.

Il sindacato ricorda che “da oltre due anni ha denunciato alle autorità competenti lo stato di abbandono in cui sono state lasciate queste persone”. A febbraio 2018 l’assessorato capitolino al sociale ha censito i residenti ma fino ad oggi nessuno dei residenti riferisce di aver ricevuto una proposta alternativa all’occupazione. Lo sgombero arriva all’indomani della sentenza del Tribunale di Roma che condanna il lo Stato e il ministero dell’Interno a risarcire con 27,9 milioni di euro la Ca. Sa srl del costruttore Pietro Salini proprietaria dello stabilimento ex Fiorucci sulla Tiburtina, occupato dal 2009. Un caso più spinoso di quello di via Scorticabove perché oltre a una occupazione abitativa la struttura ex industriale ospita il Maam: Museo contemporaneo dell’Altro e dell’Altrove che è valso al suo curatore Giorgio De Finis un incarico con la Giunta capitolina di Virginia Raggi come direttore del Da un’ex fabbrica occupata ad un museo, nasce Macro Asilo: De Finis sarà il direttore artistico del progetto da 800mila euro per 15 mesi Macro Asilo, ospitato dal museo Macro di via Nizza.

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