Condanna confermata in appello per Massimiliano Leoni, ritenuto il mandante dell’omicidio di Roberto Musci, compiuto a Roma la mattina del 23 gennaio 2016. Ventisei anni di reclusione per omicidio volontario premeditato sono stati inflitti all’uomo dalla seconda sezione bis della Corte d’assise d’appello; stessa condanna rispetto alla sentenza di primo grado, emessa in Assise nel dicembre 2017. Nell’ambito dello stesso processo, anche la valutazione di un ulteriore fatto delittuoso: una tentata rapina con lesioni a un commerciante romano. Della vicenda dell’omicidio di Musci fu fatta luce da Giancarlo Orsini, killer di professione e poi collaboratore di giustizia, gia’ condannato in abbreviato quale esecutore materiale del delitto. Musci fu ucciso con sei colpi di pistola, cinque dei quali lo raggiunsero alla testa, davanti la porta di casa (l’uomo si trovava agli arresti domiciliari). Secondo l’accusa, Orsini si presento’ dicendo di essere un ufficiale giudiziario e quando la vittima scese, sparo’ i colpi di pistola e poi fuggi’ a bordo di uno scooter. Inchiodato dalle prove, l’uomo, che avrebbe agito a fronte dei timori di una ritorsione di Musci nei confronti di Leoni legata alla morte del fratello Marco ucciso nel 2009, confesso’ di essere l’esecutore materiale, autoaccusandosi anche di altri cinque fatti di sangue (altri due omicidi e tre gambizzazioni) nonche’ di 52 rapine, e indicando in Leoni il mandante.