Dopo mesi di trattative, incontri e continue richiesta alla fine i lavoratori delle cave di Guidonia sono scesi in piazza. “A Guidonia è il giorno della rivendicazione dei diritti: di quei lavoratori che hanno perso il lavoro a causa delle scelte scellerate della giunta grillina, degli occupati dello storico comparto estrattivo che rischiano di restare a casa, e delle loro famiglie, preoccupate per un futuro più che mai incerto. Oggi sono qui al fianco dei lavoratori, dei sindacati, e di tutte quelle forze attive del territorio che non possono accettare il disastro occupazionale ed ambientale che si sta profilando”. Lo afferma il senatore del Partito democratico, Bruno Astorre, in una nota a margine del colloquio con i lavoratori lapidei del distretto di Tivoli Guidonia oggi in sciopero generale. “Avevamo temuto questo drammatico epilogo fin da agosto, ma nonostante i numerosi appelli al sindaco Barbet e l’attivazione di un tavolo in Regione Lazio, il Comune di Guidonia ha comunque deciso di revocare l’autorizzazione per una delle più grandi cave del bacino estrattivo. La manifestazione di oggi è l’ennesimo, e spero risolutivo, tentativo di smuovere il sindaco da una decisione sbagliata e – conclude Astorre – di ridare speranza e futuro a una comunità che è stata tradita”.
“Al fianco dei lavoratori del comparto estrattivo di Guidonia oggi in sciopero: a rischio duemila posti di lavoro tra diretti e indotto, un colpo durissimo per un territorio che vive di industria estrattiva e di professionalita’. Vicino alle famiglie di chi ha gia’ perso il lavoro: la riforma del sistema estrattivo non puo’ realizzarsi sulla pelle dei lavoratori. Lavoriamo insieme per garantire diritti, legalita’ e sicurezza”. Lo scrive, in un tweet, il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori, commentando la protesta dei lavoratori di alcune cave nel territorio di Guidonia, il Comune piu’ grande dell’hinterland romano, da mesi a rischio chiusura.