No Tmb Salario, Legambiente aderisce alla manifestazione 

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Rifiuti (pardon, 'materiali post consumo'), impianti zero e più poltrone in Ama

Si svolgerà sabato 6 ottobre la manifestazione NO TMB SALARIO, promossa dall’Osservatorio Permanente municipale, Legambiente aderisce all’iniziativa e sarà presente sabato a Via Salaria.

“Saremo alla manifestazione convocata contro il TMB Salario che le amministrazioni comunali promettono di chiudere, ma che si riempie sempre di più di rifiuti e satura l’aria di miasmi – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -, rendendo invivibile un intero quadrante della città. Il carico eccessivo di monnezza in questo impianto e negli altri TMB, usati ormai tutti come discariche urbane, è la cartina tornasole per il ciclo dei rifiuti della capitale, e allo stato attuale rappresenta la crisi delle politiche messe in campo, con proclami rimasti su carta e scarsi atti concreti di reale miglioramento, realtà purtroppo visibile anche dalla condizione in cui versa la città, ormai stracolma di cumuli di rifiuti in ogni angolo e a ogni cassonetto debordante. Mancano gli impianti per la gestione di ciascuna delle frazioni, non c’è miglioramento nella fase di riuso con ampliamento delle isole ecologiche e creazione di centri di riuso, manca la tariffa puntuale e soprattutto manca l’estensione del porta a porta domiciliare che sta facendo passi da formica in una metropoli dove andrebbe cambiato radicalmente e rapidamente il sistema. Le carenze politiche e amministrative sempre più evidenti, pesano come un macigno sulle persone che in tutta Roma sono alle prese coi rifiuti, e soprattutto sugli abitanti di un intero quartiere salario, asserragliati in casa senza neanche poter aprire le finestre per mesi interi, dalla puzza del TMB. Per tutti questi motivi, dopo aver realizzato oltre sessanta pulizie a Roma nel fine settimana scorso di Puliamo il Mondo, parteciperemo alla manifestazione convocata per sabato prossimo NO TMB SALARIO, con i nostri volontari e invitando tutti a partecipare IN NOME DEL POPOLO INQUINATO”.

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