Enrico Cavallari, a capo del gruppo misto alla Pisana di cui fa parte anche il vice presidente d’aula Cangemi, è un esponente della destra romana, prima con An e poi con il Pdl. E’ stato assessore al Personale con la giunta Alemanno. Nel 2014 aderisce alla Lega di Salvini, ai suoi esordi nel centro sud, e ne diventa vice coordinatore regionale. Esce dal partito poco dopo le elezioni del 4 marzo e con Cangemi entra nel gruppo misto. Gruppo che con i suoi due voti garantisce oggi il cosiddetto “patto d’aula”.
E allora consigliere, lei si può definire un leghista della prima ora nel centro sud?
A dire il vero sono sempre stato un convinto federalista, ci ho fatto pure la tesi di laurea, e sono rimasto colpito dalle posizioni di Salvini che solo allora si affacciava nel centro sud. La prima prova politica sono state le elezioni ad Ostia dove abbiamo presentato liste pulite e abbiamo ottenuto il 4,4%. Questo era il segnale di quanto sarebbe accaduto con le Politiche e le Regionali del 4 marzo con lo sfondamento del 10% ed oltre in numerose realtà anche nelle periferie romane. Tenga presente che nel dicembre 2017 avviene un fatto piuttosto singolare perché il sindacato, notoriamente ispirato alla destra, l’Ugl, passa alla Lega e in pratica ne diviene un braccio operativo e non solo un riferimento politico come vale per gli altri sindacati. Nel 2016, sempre per la Lega, vengo eletto consigliere al XIII Municipio, l’Aurelio, poi il 4 marzo con la lista di Salvini vengo eletto alla Pisana.
Come avviene la rottura con la Lega poco dopo la sua elezione?
All’inizio di legislatura l’indicazione di Matteo era molto chiara, non avendo la maggioranza in aula “Zingaretti deve cadere”. Sostengo questa posizione, ma nel frattempo mi accorgo che gli altri del partito non hanno proprio intenzione di interrompere la legislatura regionale. Anzi il coordinatore di Roma e provincia Duregon (già vice segretario Ugl e oggi sottosegretario al lavoro nel governo Conte, ndr) comincia a trattare per le presidenze di commissioni consiliari e ottiene il segretario d’aula.
A quel punto comincio a fare un po’ di casino in aula battendomi per una mozione di sfiducia sulla linea di opposizione dura, secondo le indicazioni nazionali che evidentemente si potevano tranquillamente eludere.
Qui nasce la rottura fra me ed il partito, sancita da una semplice mail del coordinatore regionale on. Zicchieri (oggi vice presidente alla Camera, ndr) con la quale annuncia agli altri consiglieri di andare avanti sulla linea sin qui adottata perché tanto Cavallari dal gruppo se ne deve andare. Prendo atto di questa espulsione annunciata ed entro nel gruppo misto.
Veniamo al “patto d’aula” che consente al Governatore di avere la maggioranza alla Pisana. Una scelta contraddittoria per chi inizialmente voleva mandare a casa Zingaretti.
Ma la contraddizione sta nell’opposizione, che sin dall’inizio ha deciso che la legislatura non si doveva interrompere. Allora io e Cangemi abbiamo pensato: tanto vale fare dei patti chiari per la sua sopravvivenza e non lavorare sotto banco con accordi opachi. Evitando peraltro maggioranze variabili su singole iniziative legislative, anzi, paradossalmente, proponendo da parte nostra un’agenda di centro destra. Su questo “patto” ci ha lavorato il vicepresidente Smeriglio che necessariamente doveva rivolgersi al gruppo misto, mentre l’annuncio ufficiale fu dato a fine luglio dal capogruppo del Pd Buschini. Tuttavia la molla scatta con l’approvazione della legge sulla Semplificazione (o Collegato ndr) quando fra assenze e giustificazioni varie, grillini compresi, appariva evidente che la legge sarebbe passata entro fine agosto.
Sinora abbiamo parlato di poltrone e schieramenti politici, ora parliamo di contenuti e di iniziative che voi avete promosso o promuoverete.
Intanto, senza poter utilizzare le strutture degli altri gruppi consiliari, abbiamo fatto passare la legge sui cosiddetti urtisti, ambulanti che operano nelle realtà storiche/archeologiche, salvandoli dai rigori della legge Bolkenstein che li avrebbe esclusi. L’altro emendamento, presentato prima che cadesse il ponte Marconi a Genova, prevede che le più avanzate tecnologie vengano utilizzate per monitorare lo sicurezza di tutte le strutture che ricadano sotto la competenza della Regione (case Ater, parchi, ponto , uffici scuole ecc.). Una sperimentazione tecnologica che potrebbero adottare anche i Comuni. E ancora, per i parchi regionali abbiamo fatto passare una legge che prevede la possibilità di erogare, con regolare bando, contributi ad associazioni e comitati che oggi già vi operano per la manutenzione in modo del del tutto volontario e gratuito. Basta che siano ufficialmente riconosciute almeno da tre anni e sempre augurandoci che anche i Comuni adottino misure analoghe.
Al dunque lei sostiene che il vostro patto d’aula non ha fatto altro che interpretare gli umori dell’opposizione che non vuole interrompere la legislatura.
Di fatto ormai il patto d’aula è stato assimilato da tutta l’assemblea perché anche la stessa Lega non ha presentato emendamenti di rilievo al Collegato e si è visto che le opposizioni non intendono sfiancare la maggioranza. Pensi che i primi 300 emendamenti sono stati affrontati in 20 giorni, gli altri 300 sono stati approvati in due mezze giornate. Dimostrazione evidente che l’accordo con l’opposizione per far passare questa legge era già stato fatto. In conclusione, pacta sunt servanda e come previsto noi lo faremmo sino a metà legislatura sulla base anche di una nostra agenda. Spetterà anche a Zingaretti.
Giuliano Longo