Mentre ieri alla Pisana venivano approvati due opposti ordini del giorno, uno dei 5stelle che riguardava l’adeguamento urgente della Pontina e l’altro del centro destra per la rapida rimessa in campo dell’autostrada Roma Latina, poche ore fa il Ministero dei trasporti ha emesso un comunicato che non aiuta certo a fare chiarezza sulla vicenda quasi ventennale di una autostrada che dopo la decisione del Consiglio di Stato che annulla la gara d’appalto, sembra tornata alla casella di partenza come nel gioco dell’oca.
Infatti il Ministero afferma che “ogni azione amministrativa attivata dal Mit sull’opera e’ da considerarsi unicamente quale atto dovuto rispetto alla necessità di tutelare l’Amministrazione da richieste risarcitorie in sede giurisdizionale” in considerazione del fatto che non mancheranno i ricorsi in varie sedi giudiziarie.
Ma, aggiunge il comunicato “non ha alcuna valenza in relazione alle decisioni politiche sull’infrastruttura, che saranno assunte in un dialogo gia’ programmato con la Regione Lazio, dialogo che auspichiamo possa essere proficuo”. Come dire che sull’opera il ministero non ha ancora preso alcuna decisione.
Tant’è vero che invece sollecita come immediata urgenza “la messa in sicurezza della Pontina” perché “tantissimi cittadini utilizzano una statale tra le piu’ affollate e pericolose d’Italia. Questo Ministero e’ già al lavoro per garantire in tempi brevi all’importante arteria standard di sicurezza e di qualità degni di un Paese europeo, rimediando così ad anni di incuria e insipienza politico-amministrativa”.
Una posizione di contrarietà abbastanza chiara soprattutto se si considera la conclamata diffidenza, se non opposizione, dei pentastellati al governo, contrari alle grandi opere.
Va ricordato che il primo progetto della Roma-Latina risale al 2005 con Storace governatore e per realizzarlo era stata creata una società regionale ad hoc, l’Arcea, la quale ha speso circa 40 milioni di euro per la progettazione senza che l’autostrada sia stata mai cantierata.
Su questi fondi pubblici destinati alla progettazione si pronunciò la Corte dei Conti, dovendo tuttavia riconoscere l’intervenuta a prescrizione a carico di tutti i politici allora in carica.
Giuliano Longo