“Magari morisse, li mortacci sua”. E’ quanto afferma un carabiniere che, a quanto si legge nei nuovi atti istruttori depositati oggi dal pm Giovanni Musarò durante il processo sulla morte di Cucchi parlando con il capoturno della centrale operativa del comando provinciale tra le 3 e le 7 del mattino del 16 ottobre del 2009. Nei dialoghi si fa riferimento alle condizioni di salute del geometra 31enne che era stato arrestato poche ore prima e si trovava nella stazione di Tor Sapienza. “Mi ha chiamato Tor Sapienza – dice il capoturno della centrale operativa -. Lì c’è un detenuto dell’Appia, non so quando ce lo avete portato se stanotte o se ieri. E’ detenuto in cella e all’ospedale non può andare per fatti suoi”. Perentoria la risposta: “E’ da oggi pomeriggio che stiamo sbattendo con questo qua”.
La moglie di un altro carabiniere dopo aver visto il film sul caso Cucchi `Sulla mia pelle`, insieme con una sua amica, telefona al marito. “Le ho detto di guardarlo dopo mangiato perché altrimenti dopo non mangi più, ci sono scene molto forti, `fa scurari o cori`”, sottolineando in dialetto catanese come il film sia angosciante. La donna dice al marito che il film chiama in causa i carabinieri in relazione al geometra 31enne. “Quando lo arrestano gli occhi ce li ha normali e quando lo portano a Tor Sapienza è tutto viola. E poi il film finisce che la sorella, madre e il padre lo guardano morto sul lettino” riferisce la donna. “E se ti guardi questo film – dice – c`è lui che è un poverino e i carabinieri che fanno schifo”. Di rimando il carabiniere, commentando infine l`attore che interpreta il suo ruolo nel film, dice: “O, io sono più bello, però”. E la moglie interviene: “Sì, ci sei tu che all`inizio parli in italiano e poi in napoletano”.