Cucchi, pm in aula al processo: «Storia costellata di falsità»

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“Questa storia è costellata di falsi da dopo il pestaggio ed è proseguita in maniera ossessiva subito dopo la morte di Stefano Cucchi“. Così il pm Giovanni Musarò in apertura di udienza nel processo sulla morte di Stefano Cucchi davanti alla I Corte di Assise del Tribunale di Roma, che vede imputati a vario titolo cinque carabinieri per omicidio preterintenzionale, calunnia e falso.

Il sostituto procuratore nel motivare l’avviso di deposito di alcuni atti istruttori ha evidenziato che “c’è stata un’attività di inquinamento probatorio, indirizzando in modo scientifico prove verso persone che non avevano responsabilità nei fatti per cui si procedeva, sono state sottoposte a giudizio fino in Cassazione e che ora sono parti civili perche’ vittime di calunnie”.

Il pm ha anche accennato uno spaccato delle azioni che sarebbero state messe in atto dai carabinieri per falsificare lo stato di salute di Cucchi al suo arrivo nella stazione di Tor Sapienza: “Quello che ha detto il carabiniere Francesco Di Sano nell’udienza del 17 aprile scorso è vero: la modifica dell’annotazione di servizio sullo stato di salute di Stefano Cucchi non fu frutto di una decisione estemporanea e autonoma di un militare ma l’esecuzione di un ordine veicolato a Di Sano tramite il suo comandante di stazione, che a sua volta aveva ricevuto un ordine dal comandante di Compagnia, che a sua volta aveva ricevuto un ordine dal Gruppo. Solo cosi’ si può capire il clima che si respirava in quei giorni e perchè quella annotazione del 22 ottobre 2009 sia stata fatta sparire senza che nessuno ne abbia mai parlato per nove anni”.

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