Esplosione Salaria, tre indagati per omicidio colposo. Altri due feriti a Roma

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Sono tre le persone indagate per l’esplosione avvenuta nel distributore Ip di Borgo Quinzio, vicino Fara Sabina: lo ha rivelato il procuratore capo di Rieti Lina Cusano. Il procuratore ha fatto una breve comunicazione ai giornalisti in cui ha fatto il punto delle indagini. L’ipotesi di reato al momento è omicidio colposo – ha spiegato – e “l’attività di indagine in corso ci dirà se ci sono i presupposti per un altro tipo di ipotesi di reato”. Massimo riserbo sull’identità dei tre indagati, che sono stati iscritti “per consentire lo svolgimento di attività istruttorie”. “Ci sono attività di indagine in corso, sono svolte dai carabinieri e dal reparto investigativo dei vigili del fuoco, sono intervenute tutte le forze di polizia, che hanno dato il massimo, sono stati tutti encomiabili”, ha sottolineato il procuratore, ricordando che sono “riusciti a riaprire la Salaria in una situazione di criticità”. Quello che è successo – ha sottolineato il procuratore di Rieti – è stata “una tragedia, ci sono due morti e 23 feriti ma e le conseguenze poteva essere disastrose e il bilancio poteva essere ben più drammatico, poteva coinvolgere molti più mezzi, in un momento il cui il traffico era sostenuto”, compreso un pullman Cotral; molti sono infatti i video dei passeggeri del bus che riprendono le fiamme al distributore pochi minuti prima dell’esplosione dell’autocisterna. Al momento sono “tre le persone iscritte per consentire le attività istruttorie che postulano gli avvisi agli indagati; come ad esempio il conferimento dell’incarico per l’autopsia”. Stamattina infatti è stata condotta l’autopsia sul corpo del vigile dl fuco Stefano Colasanti, e “la salma sarà a disposizione dei familiari da oggi”. Per quanto riguarda la seconda vittima l’identificazione è considerata “verosimile”: Andrea Maggi dal momento dell’incidente è disperso, non risponde la telefono, la sua auto era sul luogo dell’esplosione, ma “l’assoluta certezza verrà data dall’esame del Dna, una certezza necessaria per il nulla osta al seppellimento”.

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