Da inizio aprile non sara’ piu’ la Caritas diocesana a beneficiare dei proventi delle monetine lanciate da romani e soprattuto dai turisti all’interno della Fontana di Trevi e di altre fontane monumentali della Capitale. Forse uno dei gesti piu’ ricorrenti nelle abitudini dei turisti che frequentano il centro di Roma, che frutta un piccolo gruzzolo da circa 1,5 milioni di euro l’anno finora destinato ad iniziative di solidarieta’. A disporlo e’ una memoria della giunta capitolina di Virginia Raggi del 28 dicembre scorso, che porta ad applicazione un primo provvedimento dell’ottobre 2017, inizialmente messo in standby dopo le polemiche sollevate. Il testo licenziato dalla giunta M5s a fine anno affida agli uffici il compito di rivedere e ampliare il contratto in essere con Acea, che gia’ si occupa di raccolta, conteggio, insacchettamento delle monete e pulizia dell’invaso della Fontana di Trevi. Nelle more della nuova gestione la Caritas si occupera’ per altri 3 mesi della gestione dei proventi. Un gesto quello della giunta pentastellata che potrebbe inasprire i rapporti con la Curia, gia’ oggi l’Avvenire titolava un editoriale di prima pagina “Le monetine tolte ai poveri”.
“Terzo settore e rete sociale nel mirino del governo e della Raggi. Invece di sostenere chi ogni giorno fornisce una rete straordinaria di assistenza e di solidarieta’, prima viene raddoppiata la tassa sul terzo settore e ora colpita la Caritas di Roma che svolge un ruolo fondamentale e garantisce assistenza e umanita’ a migliaia di persone e di famiglie in difficolta’”. Lo scrive in un comunicato il segretario del Pd Lazio, senatore Bruno Astorre. “Le monete della Fontana di Trevi sono frutto di un gesto d’amore e la decisione della giunta Raggi ci preoccupa alla luce – conclude Astorre – delle scelte compiute da Lega e 5 Stelle contro il Terzo settore”.