Litorale romano, confiscato il tesoro della cosca Gallace-Novella

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Personale del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e della Questura di Roma stanno eseguendo un provvedimento di confisca, emesso dalla locale Corte di Appello e divenuto definitivo all’esito di una pronuncia della Suprema Corte di Cassazione, di immobili, compendi aziendali, autoveicoli, rapporti finanziari e polizze assicurative, per un valore complessivo di circa 1,3 milioni di euro.

L’odierna attività costituisce l’epilogo dell’operazione “ANTIUM” nel cui ambito, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia capitolina, gli specialisti dellaDivisione Polizia Anticrimine – Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali e del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno ricostruito la “carriera criminale” e analizzato la posizione economico-patrimoniale di 7 persone (unitamente a quella dei membri dei rispettivi nuclei familiari) coinvolte, in passato, in strutturate attività di traffico di droga e talune ritenute affiliate, ovvero contigue, a una cosca di ‘ndrangheta .

Tra queste, spiccano le posizioni di Angelo GALLACE (classe 1966) e LiberatoTEDESCO (classe 1942), condannati in primo grado, nel 2013, dal Tribunale di Velletri per aver fatto parte di un’associazione di stampo mafioso, quali vertici di un’articolazione della ‘ndrina “GALLACE-NOVELLA”, operativa nei Comuni di Anzio (RM) e Nettuno (RM). In tale contesto:

 

  • GALLACE, inteso “Titì” o “lo Scoppolato”, era incaricato dello spaccio di sostanze stupefacenti;

 

  • TEDESCO, che, tra l’altro, ha scontato una pena di 24 anni di reclusione per omicidio e altri fatti avvenuti nel 1974 nell’ambito della c.d. “Faida di Guardavalle”, svolgeva funzioni di raccordo logistico del sodalizio, fornendo supporto ai latitanti della cosca sul litorale laziale.

In rapporto con esponenti di spicco del citato clan, operava, nel commercio di cocaina, Romano MALAGISI (classe 1961).

Gli altri destinatari della confisca oggi in esecuzione sono Umberto ROMAGNOLI(classe 1947), Alessandro ROMAGNOLI (classe 1980), Francesca ROMAGNOLI(classe 1983) e Tiziano ROMAGNOLI (classe 1989).

I beni riconducibili ai proposti che entreranno definitivamente a far parte del patrimonio dello Stato sono:

  • 9 unità immobiliari (6 fabbricati e 3 terreni), site in Anzio (RM), Nettuno (RM) e Cappadocia (AQ) e la quota di un ulteriore terreno, ubicato ad Aprilia (LT);
  • 6 auto e 3 motoveicoli;
  • 1 ditta individuale, esercente l’attività di “gestione di palestre”;
  • l’intero patrimonio aziendale di 1 società, esercente l’attività di “commercio al dettaglio di pesci, crostacei e molluschi”;
  • 9 tra rapporti finanziari e polizze assicurative,

per un valore complessivo di stima pari a circa € 1.360.000.

Oltre alla misura di natura patrimoniale, nello stesso procedimento di prevenzione l’Autorità giudiziaria aveva già applicato quella personale della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno

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