Stadio della Roma, anche dal Politecnico l’ennesimo “parere con prescrizioni” (ma chi le controlla?)

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E’ stata presentata ieri in Campidoglio la Relazione commissionata dal Comune al Politecnico di Torino, per avere un parere,  dopo le note vicende giudiziarie, su quello che è da sempre uno dei punti dolenti  nel progetto del nuovo  Stadio della Roma a Tor di Valle: la mobilità.

Nel dicembre scorso indiscrezioni giornalistiche avevano anticipato una parte della Relazione, in cui si parlava di uno scenario potenzialmente “catastrofico” durante i giorni di svolgimento delle partite, con un blocco pressochè totale del sistema di mobilità viaria. Nella conferenza stampa il Prof. Dalla Chiara, professore associato in Trasporti, nonchè referente del gruppo di lavoro per il Politecnico, ha assicurato che quella parte, che riguardava l’analisi delle criticità, non è cambiata, ma che è stata poi integrata da una seconda parte, in cui si propongono possibili soluzioni, elaborata anche grazie a nuovi contributi forniti dagli Uffici comunali,  in particolare per quanto riguarda  gli interventi previsti  dal PUMS, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile.

Ma in base alla illustrazione  del Prof. Dalla Chiara, lo studio pare non fornire  particolari  rassicurazioni: infatti,  come già nei passaggi delle varie conferenze dei servizi decisorie, compresa l’ultima che si è conclusa nel dicembre 2017, anche la  Relazione del Politecnico si risolve in una  serie  di prescrizioni e raccomandazioni, comminate da qualcuno che in questo caso non ha neanche nè il potere nè la responsabilità di farle rispettare – lo studio non ha alcun valore vincolante – nè si sa se qualcuno avrà poi la possibilità di imporle al proponente, di controllare che vengano applicate  e soprattutto di incardinarle alla “messa in esercizio” dello Stadio e  del Business Center. Perché, come  più volte ha  ribadito dal Prof. Dalla Chiara, le soluzioni prospettate funzionano  nella misura in cui si possono attuare nei prossimi due-tre anni cioè prima di una messa in esercizio dello stadio”. Ma chi garantisce la realizzazione delle infrastrutture e delle opere nei tempi necessari prima della messa in esercizio dello Stadio  e degli uffici, dei centri commerciali, degli alberghi ? Se le misure a tutela della vivibilità dei romani  del nuovo scenario trasportistico prospettate dal Politecnico non saranno poi messe in pratica nei tempi previsti, a chi  chiederanno i danni?

E va anche ricordato che  il  prestigioso ateneo, nella redazione della sua analisi, si poteva basare esclusivamente sul materiale progettuale fornito dal Comune di Roma, dato che il contratto, siglato nell’ottobre 2018, escludeva  “analisi comparative di sorta con altre soluzioni, anche se eventualmente più innovative e connesse a oneri di spesa differenti rispetto al progetto in valutazione”.  Tanto per dirne una, come confermato dal Prof. Dalla Chiara, la mobilità  in presenza del Ponte di Traiano  – unico accesso automobilistico all’area di Tor di Valle alternativo alla sempre intasata via Osteinese/Via del Mare cancellato dal progetto della Giunta Raggi –  non è stata presa in considerazione,  visto che il Ponte,  nel progetto attuale, non c’è.

 

E lo stesso Dalla Chiara  ha più volte ribadito che il loro “sì” è un “sì condizionato”. Da un PUMS i cui interventi non sono ancora finanziati, che richiede prevedibilmente molto più tempo per essere realizzato di quello per costruire Stadio e annessi,  e da un’offerta di mobilità che è  anni luce da quella attuale.

E se la linea  del perseguire forme di mobilità alternativa, disincentivando l’uso del mezzo privato, è certamente  più che  condivisibile, nel caso dello Stadio non si può condividere l’idea di complicare la vita di chi usa il mezzo privato per raggiungere lo Stadio, senza alcuna garanzia  di una mobilità  pubblica adeguata ed efficiente.  Una mobilità degna di una Capitale europea, che a Roma è una promessa elettorale di sempre, che puntualmente nessuno mantiene mai.

Anna Maria Bianchi

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