Anche Roma piange dopo il terribile disastro aereo in Etiopia. Sono due i morti accertati che venivano dalla capitale italiana dove si erano distinte per l’impegno nel campo sociale.
Pilar Buzzetti, 30 anni, lavorava da quasi quattro anni al World Food Programme. Ex studentessa Università Roma Tre, aveva conseguito la laurea specialistica in Relazioni Internazionali con 110. Era stata consulente anche per l’associazione di studio, ricerca e internazionalizzazione in Eurasia e Africa, e volontaria con il gruppo di Medici Senza Frontiere. Da lì il percorso che l’ha portata nel ramo dei servizi umanitari e con l’Onu.
Vittima del disastro aereo anche Virginia Chimenti, lei di 26 anni. Lei dopo aver studiano nel liceo Amedeo Avogardo nel quartiere Coppedè di Roma, si era poi trasferita Milano. Lì la lauera alla Bocconi, con indirizzo ecomonico commerciale, quindi il master a Londra in studi orientali.
La Procura di Roma ha aperto un’indagine sulla morte degli otto italiani coinvolti nel disastro aereo del Boeing 737 della Ethiopian Airlines. Il fascicolo e’ coordinato dal procuratore Giuseppe Pignatone ed al momento e’ senza indagati ne’ ipotesi di reato. Tra le vittime dell’incidente, che si e’ verificato poco dopo il decollo da Addis Abeba, l’archeologo siciliano Sebastiano Tusa, il presidente dell’Ong Link 2007, Paolo Dieci, alcuni appartenenti ad una onlus di Bergamo e due ragazze impegnate nel programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite.