Ama, Lemmetti in commissione rifiuti. Intanto l’ex ad finisce a giudizio

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Dopo il bando indetto dal Campidoglio per il nuovo cda di Ama “sono iniziati i colloqui, cercheremo di arrivare prima possibile alla determinazione dell’organo amministrativo”. Lo ha detto l’assessore capitolino al Bilancio, Gianni Lemmetti, nel corso di una sua audizione in commissione regionale Rifiuti su Ama.
Il nuovo “contratto di servizio” di Ama “e’ pronto e deve andare in giunta per l’erogazione del servizio”, ha aggiunto Lemmetti.

La vicenda dei 18 milioni di extra costi sostenuti da Ama per i servizi domiciliari era oggetto di confronti tra la municipalizzata dei rifiuti e il Campidoglio gia’ dal 2012. L’assessore capitolino al Bilancio, Gianni Lemmetti, nel corso di un’audizione in commissione regionale Rifiuti ha fissato il punto di inizio sulla questione che, piu’ di altre, ha portato il Campidoglio a bocciare il progetto di bilancio 2017 di Ama, oggetto dell’indagine conoscitiva della commissione stessa. “Le prime interlocuzioni sul servizio accessorio dei cimiteriali nascono dal 2012, quando il Campidoglio comincia a interloquire. La mia nota del 23 agosto 2018 sarebbe la numero 30 dal 2012, nella mia comunicazione faccio riferimento a un totale di 60 milioni tra contratto di servizio e realizzazione di manufatti- ha spiegato Lemmetti- Nell’ambito della realizzazione della macrostruttura e redistribuzione delle deleghe, io prendo l’incarico nell’agosto 2017, dopo la nota numero 19, ma prendo la delega alle Partecipate a maggio 2018, quindi oltre la nota numero 27”. A fare scoppiare la vicenda, secondo Lemmetti, e’ il fatto che dal 2015 Roma Capitale comincia ad attivare la contabilita’ armonizzata: “Quando arrivo io cominciamo a lavorare sul bilancio consolidato di Roma Capitale per la prima volta, fatto nel 2017 e relativo all’annualita’ 2016, dove si tocco’ l’argomento delle riconciliazioni sulle partecipate. A seguito delle riunioni fatte nel 2017 tra Roma Capitale e Ama sui 18 milioni sono emerse compensazioni eseguite nel tempo, senza il rispetto del contratto di servizio ne’ delle determine sulle compensazioni di crediti e debiti verso le societa’ partecipate. Il che vuol dire che dentro il contratto di servizio venivano accertati maggiori incassi per la gestione dei servizi cimiteriali che dovevano transitare sui conti Tesoreria e non su quello di Ama: questa cosa accadeva fino al 2016″.

Secondo la ricostruzione di Lemmetti “c’erano crediti della societa’ verso Roma capitale e ricavi che la societa’ faceva per i servizi cimiteriali resi. Siccome il servizio era affidato in base a un contratto che delineava le attivita’ che Ama doveva svolgere e come dovevano essere rendicontati i flussi su cio’ che pagavano i cittadini, e che dovevano andare sul conto di Tesoreria, ci siamo accorti che le due cifre non collimavano. Questo dato e’ stato oggetto di comunicazioni dal 2012 fino ad adesso: i ricavi verso l’ente non erano uguali ai crediti della societa’ partecipata. Abbiamo quindi iniziato a fare delle verifiche, e abbiamo detto (ad Ama, ndr) ‘hai ricavi in piu’ perche’ prendi i soldi dai cittadini (e non dal contratto di servizio) che pagano i servizi cimiteriali, ma quei soldi devono transitare sul conto di Tesoreria’”. Quindi c’e’ una “comunicazione che abbiamo fatto all’azienda” nella quale il Campidoglio dice “‘ci devi ridare la differenza tra quanto e’ previsto nel contratto di servizio e quanto hai incassato dai cittadini, il che equivale a 18 milioni’, che l’azienda nel 2017 restituisce, perche’ abbiamo il bonifico da parte dell’Ama che da’ i soldi a Roma Capitale, come per dire ‘avete ragione, abbiamo fatto le verifiche, ve li devo ridare'”. Secondo l’assessore al Bilancio la restituzione di quei soldi sarebbe una sorta di ammissione di colpa da parte di Ama e chiuderebbe la vicenda, anche perche’ “due volte, il 30 settembre e a dicembre, in Assemblea capitolina abbiamo approvato due bilanci consolidati dove tutta questa attivita’ di rendicontazione e’ stata fatta dall’ente e l’Ama ha partecipato a tutti i tavoli dove venivano analizzati debiti e crediti tra lei e Roma Capitale. Le societa’ in house e pubbliche devono rispettare quanto deliberato dagli organi consiliari e dalla Giunta del socio, non perche’ lo decide Lemmetti. Ci siamo incartati su questi 18 milioni perche’ l’Ama ce li ha restituiti, a quel punto per noi erano maggiori incassi che dovevano passare sul conto di Tesoreria e abbiamo restituito all’Ama i soldi del dal contratto di servizio, come funziona per la Tari. Se l’Assemblea capitolina delibera per due volte un bilancio consolidato in cui determina come sono classificati i crediti, dopo 30 interlocuzioni che ci sono dal 2012, la societa’ partecipata prende a riferimento il fatto che il socio sui propri debiti verso di lei ha preso una sua decisione”.

Intanto  il gup di Roma ha rinviato a giudizio l’ex ad di AmaGiovanni Fiscon e l’ex dirigente della municipalizzata dei rifiuti, Marco Casonato nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma sull’appalto legato alla gestione dei cassonetti gialli per il recupero degli abiti usati. Le accuse, a seconda delle posizioni, sono abuso di ufficio e turbativa d’asta. Il processo e’ stato fissato il prossimo 17 luglio davanti ai giudici della seconda sezione panale. A processo anche i vertici dell’epoca di due cooperative Sol.co e Consorzio Bastiani, che, secondo l’accusa, sarebbero state favorite. A processo anche ex dirigente della Sol.co Mario Monge, gia’ condannato a un anno e 4 mesi in primo grado in un filone dell’inchiesta Mondo di Mezzo. Secondo l’impianto accusatorio Fiscon avrebbe prorogato indebitamente, per sei volte, l’affidamento dei lavori fino all’aggiudicazione del nuovo bando mentre Casonato avrebbe in parte concordato il contenuto del bando con i gestori dei consorzi.

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