Quel venticello che spingerebbe Giachetti al ballottaggio

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Chissà se l’inizio piovoso di questo ponte del 2 giugno indurrà molti ‘pontieri’ a desistere dai loro propositi per andare a domenica alle urne: ce lo auguriamo per la democrazia anche se non ne siamo convinti. Meteo a parte, gli ultimi sondaggi pubblicati e pubblicabili davano risultati sconfortanti soprattutto per la Capitale, ma si sa ai sondaggi non crede più nessuno, anche se i politici li compulsano con ansia quotidianamente. Berlusconi fa scuola. Eppure c’è nell’aria piuttosto freddina di questo avvio d’estate un venticello o forse una speranza soprattutto nel Pd che appena mercoledi sera ha concluso la propria Kermesse con Renzi e Giachetti all’auditorium. Poi via, tutti nelle periferie oggetto di desiderio e di interesse solo in campagna elettorale.

Ma torniamo al venticello. Il commissario del Pd romano Matteo Orfini affermava con sicurezza pochi giorni fa che ci saranno delle sorprese. Escluso che la Procura ce ne riservi qualcuna del tipo Mafia Capitale,  c’è da ritenere che Orfini  abbia per le mani gli ultimi sondaggi (non pubblicabili per carità, ne va della legge elettorale), ma che pure circolano in qualche redazione dei giornaloni. Quel venticello sussurra che Giachetti al ballottaggio ci arriva, battendo Giorgia Meloni che potrà così dedicarsi al cura dei suoi Fratelli d’Italia che potrebbero portare a casa 4 consiglieri in aula Giulio Cesare. Ben poca cosa  rispetto al fatto che lei e Salvini a Roma gliel’hanno cantate  di brutto all’ex Cavaliere.

Fatto salvo che l’uomo dalla felpa a Milano ha dovuto abbassare la cresta di fronte al Berlusca e a Maroni che è pur sempre il comandante della Regione Lombardia. Fuori gioco Marchini che starebbe lavorando per il suo futuro politico, Giachetti e Raggi andrebbero al ballottaggio con uno scarto di voti a favore della grillina. E qui potrebbe finire la parabola di Roberto che al ballottaggio potrebbe solo raschiare il magro barile di Fassina. Ma ben difficilmente trascinerà sul suo nome i voti del centro destra e in particolare quelli della destra-destra che a Roma rimane ancora molto forte  (forse per l’ultima volta) nonostante i disastri di Alemanno ormai dimenticati. Certo, il ballottaggio è una roulette, diremmo noi russa e con un colpo in canna. E ne sa qualcosa proprio uno sponsor di Giachetti, l’ex sindaco Francesco Rutelli che dopo aver vinto il primo turno fu sotterrato da qualche decina di migliaia di voti  finiti a Gianni. Certo, allora ci fu il caso last minute della ragazza di colore stuprata alla Storta, in un momento in cui il cavallo di battaglia della destra era proprio la sicurezza soprattutto dopo l’omicidio della signora Reggiani avvenuto nel novembre precedente.

Ma Roma aveva bisogno di aria nuova e molti puntarono su Gianni che prometteva sfracelli. Non che in questa campagna elettorale le promesse siano mancate. Anzi fin troppe, dopo l’esperienza di Ignazio Marino che si presentò con il faccino pulito, ma finì per rimanere impantanato  nella vicenda di Mafia Capitale. E poi, dopo gli arresti, tutti giù a menar botte sul Pd romano ‘cattivo e pericoloso’ finche non arrivò il vangelo di Matteo (Orfini) che dice di aver rivoltato come un pedalino questo covo di correnti, fazioni e capibastone. Ora siamo al redde rationem e se dovesse vincere la Raggi,  Orfini potrà sempre dire che lui Giachetti ce l’ha portato al ballottaggio (e che volete da me?).  Pochino per un Pd che alle Europee aveva raggiunto il 43% dei consensi trainato dall’effetto Renzi, ma chi si accontenta gode.

Se vincesse la Raggi non sappiamo a cosa approderà questa eventuale vittoria grillina, ammesso che venga accettata con nonchalance dal Renzi che per ora punta solo al Sì per il referendum. Quello che invece sappiamo è che in caso di sconfitta di Giachetti (che comunque se ne tornerebbe come Cincinnato alla vice presidenza della Camera) il Pd e la sinistra non governeranno più Roma per diversi anni. Ma no, compagni e amici, non prendetela a male. E’ solo una supposizione e per favore non diteci che stiamo gufando, perché la malasorte si appiccica sotto le suole delle scarpe  solo a chi non guarda dove mette i piedi.

Giuliano Longo

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