Come noto la Regione ha la responsabilità del piano Regionale dei Rifiuti e per questo il presidente Nicola Zingaretti è intervenuto all’assemblea della Pisana sulla disastrosa situazione della raccolta e dello smaltimento nella Capitale. In precedenza era intervenuto il ministro per l’ambiente Galletti affermando che Roma ha bisogno di una seria programmazione per superare l’emergenza, quindi la sindaca Raggi deve avere un piano che «abbandoni le discariche da una parte e che punti sull’incremento della raccolta differenziata».
LA SITUAZIONE ATTUALE – Ma non basta, visto l’articolo 35 del cosiddetto “Sblocca Italia”, che parla chiaramente anche di impianti di termo-valorizzazione «perché alla fine il ciclo si chiude così, non si chiude con le discariche». Tanto più, aggiungeremmo noi, che buona parte dei rifiuti romani viene già bruciata nel nord Italia e prossimamente in Germania. Ed è proprio questo il punto dolente perché, esclusi quelli di Colleferro e san Vittore, di altri bruciatori Zingaretti non ne vuol proprio sentir parlare. E’ vero gli uffici regionali hanno chiesto a tutti gli impianti di trattamento del Lazio e a quello in Abruzzo i quantitativi giornalieri conferiti da Ama e la eventuale capacità residua. Ma «seguendo l’iter della competenza regionale di pianificazione, sulla base del fabbisogno e della raccolta differenziata e dell’impiantistica confermo che non si reputa necessaria l’apertura di una procedura per un nuovo termovalorizzatore». Che in ogni caso richiederebbe qualche anno per la sua costruzione (come è successo con quelli di Acerra a Napoli e di Parma pur amministrata dal Movimento 5 stelle) e comunque non risolverebbe il problema immediato dell’emergenza romana. Problema, questo dell’inceneritore che potrebbe riguardare la prossima amministrazione regionale sempre che la situazione di Roma non si normalizzi.
SINERGIE POSSIBILI – E allora che fare nell’immediato? Intanto intensificando la collaborazione fra Campidoglio e Regione come è sempre stato in questi tre anni a prescindere dalle giunte al governo. Tuttavia la Regione, viste anche le attuali polemiche, attende di conoscere progetti, programmazione, pianificazione e investimenti previsti del Campidoglio perchè gli obiettivi del piano regionale per i rifiuti saranno legati anche alla scelte di Roma. Nessun accenno da parte del presidente alla ventilata discarica di servizio ove sversare i materiali trito vagliati ed igienizzati come avviene per altre discariche del Lazio tuttora attive. E’ quindi presumibile che la partita romana si giochi non solo sugli impianti di trattamento dei rifiuti della capitale (due di Ama e due di Cerroni) ma anche sulla disponibilità impiantistica di tutta la regione. Infatti secondo il Governatore è necessario che le province, a cui è già stata inviata una lettera, provvedano entro il 30 settembre ad individuare i criteri di localizzazione degli impianti – recupero, trattamento, smaltimento e termovalorizzazione – per fornire alla Regione un quadro completo della situazione. Sulla base della definizione di questi criteri di localizzazione «si procederà quindi all’aggiornamento del piano e si concluderà un tassello importante nel ruolo della funzione della pianificazione della nostra regione». Con l’Ammissione implicita che il piano sino ad oggi formulato dalla Regione non è più sufficiente.
Giuliano Longo