Prima era una proposta. Ora è un decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27 settembre dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e firmato dal presidente della Commissione Regionale per la tutela del patrimonio culturale del Lazio. Diventa realtà il vincolo paesaggistico, conclusione dell’iter della proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico apposto dalla Soprintendenza Paesaggistica del Lazio nell’area delle Tenute Storiche di Tor Mastorta, Pilo Rotto, dell’Inviolata, di Tor dei Sordi, di Castell’Arcione e di alcune località limitrofe.
Un iter che ha visto la presentazione di otto osservazioni, sia da parte del Comune che di private, che non hanno prodotto effetti favorevoli a revocare la proposta, come evidenziato dalle controdeduzioni della Soprintendenza, e che certifica “l’obbligo, da parte del proprietario, possessore o detentore – si legge nel decreto – a qualsiasi titolo degli immobili ricompresi nelle aree di cui sia stato dichiarato il notevole interesse pubblico, di presentare alla regione o all’ente da essa delegato la richiesta di autorizzazione di cui all’art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e ss.mm.ii. riguardo a qualsiasi intervento che modifichi lo stato dei luoghi”: il territorio oggetto del provvedimento si estende per 2000 ettari, una cintura che comprende l’Inviolata, la Selciatella e Tor Mastorta, e che va dalla Tiburtina alla Palombarese, per arrivare a via Formello.
Un territorio che presenta “un insieme particolarmente armonico di elementi agricoli e naturali, scarsamente antropizzati se non dalla realizzazione, nel corso del tempo, di interessanti esempi di insediamenti agricoli tipici della Campagna Romana […] inscindibilmente coniugati con una numerosissima serie di preesistenze architettoniche (castelli, torri) e archeologiche di grande rilevanza storico-artistica, alcune emerse e sottoposte a tutela diretta ed altre ancora non portate alla luce, così come riscontrabili nelle carte archeologiche storiche e recenti che testimoniano l’antica vocazione rurale di questi luoghi, rimasta pressoché inalterata sino ai nostri giorni”.
Tra le prescrizioni del decreto la modifica dell’area compresa tra lo svincolo autostradale e la 28bis – che comprende il nuovo polo logistico – da “paesaggio agrario di valore a paesaggio agrario di continuità”, in parziale accoglimento di una osservazione presentata, e ancora la classificazione della discarica dell’Inviolata e dell’impianto Tmb – ricadenti all’interno di un’area classificata come paesaggio agrario di rilevante valore – come “ambiti di recupero e valorizzazione paesistica”.
I divieti evidenziati dal provvedimento riguardano, tra gli altri, la realizzazione di strade carrabili ulteriori a quelle già esistenti, l’installazione di tralicci e piloni di grandi dimensioni, l’ampliamento o la riapertura della discarica “sulla quale potranno essere eseguiti solo lavori di rinaturalizzazione e ripristino paesaggistico, previa autorizzazione del Ministero”. Un provvedimento che potrebbe cambiare idee e prospettive, e che rappresenta di fatto una grande vittoria del Comitato Risanamento Ambientale, che da anni porta avanti battaglie per la tutela dell’area ora oggetto di tutela. Ora tutto deve passare anche attraverso la Soprintendenza. In particolare per le autorizzazioni. Così inizia l’era del vincolo. Si prevedono effetti dirompenti per tutta la zona.