Tortura la compagna davanti ai figli piccoli e la minaccia di morte

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Una Skorpion – la micidiale pistola mitragliatrice di costruzione cecoslovacca -, un revolver calibro 357 magnum e quasi 4 etti di cocaina pura: è quanto sequestrato dalla Polizia di Stato a un romano di 30 anni che spacciava tra Primavalle e Casalotti.

L’animo violento del capitolino emergeva anche in ambito familiare: da anni sottoponeva la compagna ad ogni tipo di violenza fisica e psicologica. Costringerla a stare 4 ore in ginocchio di fronte ad un muro e passare le giornate rinchiusa in una stanza sono solo alcuni esempi. Le violenze, in alcuni casi, sono avvenute davanti ai figli minori della coppia.

Quello che ha convinto la vittima a rivolgersi al commissariato Aurelio, sono state le minacce di morte che il 30enne ha rivolto sia a lei alla madre di quest’ultima.

Già dalle prime indagini è apparso chiaro che il 30enne non era “solo” un compagno violento. Gli investigatori sono riusciti ad individuare due appartamenti in uso al malvivente e li hanno perquisiti entrambi.

Nel primo appartamento, dove è stato rintracciato, sono stati trovati alcuni grammi di cocaina, un taser ed un manganello telescopico in ferro.

Il vero covo era l’altro appartamento di Testa di Lepre; i poliziotti, durante la perquisizione hanno trovato, dietro ad un armadio a muro, una finta parete con una cassaforte ed una fessura, dalla quale era possibile accedere ad un piccolo vano. All’interno sono stati trovati 40 grammi di cocaina, diversi involucri in plastica termosaldati contenenti un revolver calibro 357 magnum a canna corta, una pistola mitragliatrice “skorpion” con caricatore – perfettamente conservata con un grasso protettivo – un silenziatore e vario munizionamento; altra cocaina, più di 320 grammi, era invece all’interno della cassaforte. Nella stessa abitazione è stato sequestrato il materiale per il confezionamento dello droga, un’altra pistola taser ed un passamontagna.

L’uomo è stato arrestato ed associato presso il carcere di Regina Coeli. Gli investigatori proseguono l’attività investigativa per ”ricostruire” la storia delle armi.

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