Corruzione, chiesto il giudizio immediato per Raffaele Marra e Sergio Scarpellini

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È stato chiesto il giudizio immediato per l’ex braccio destro della sindaca Virginia Raggi, Raffaele Marra e l’imprenditore Sergio Scarpellini. La Procura di Roma contesta il reato di corruzione. In questo modo la vicenda potrebbe approdare in tempi relativamente brevi in un’aula di tribunale. Secondo la norma il giudizio immediato salta la fase dell’udienza preliminare. Nell’interrogatorio di garanzia Marra, detenuto in carcere dal 16 dicembre scorso, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere, riservandosi di parlare solo alla fine delle indagini, una volta presa visione di tutti gli atti raccolti a suo carico. Per Scarpellini (che dopo pochi giorni trascorsi a Regina Coeli ha ottenuto gli arresti domiciliari) il gip nei giorni scorsi ha confermato il regime di custodia cautelare. L’anziano manager ai pubblici ministeri ha spiegato di aver erogato negli anni “utilita’” a una serie di altri soggetti, tra dirigenti e funzionari del Campidoglio ed esponenti della politica locale, per avere in cambio aiuti e agevolazioni nell’assegnazione di appalti alle sue imprese.
Per chi indaga sull’episodio di corruzione che lega Marra a Scarpellini la prova raccolta appare evidente: dai conti correnti del costruttore sono usciti nel 2013 ben 367mila euro, che sono stati utilizzati da Marra per acquistare un appartamento, poi intestato alla moglie. Si tratta di una “consistente regalia”, analoga a un’altra avvenuta nel 2010 e ormai prescritta (legata all’acquisto di un immobile in zona Eur con sconto di 500mila euro a beneficio di Marra), che per i magistrati di piazzale Clodio “trova spiegazione esclusivamente in una logica corruttiva“, il che spiega come “la ripetuta profferta di disponibilita’ operata dallo stesso ex capo del Personale del Campidoglio in una conversazione telefonica del primo luglio scorso con la segreteria di Scarpellini appaia chiaramente collegata al mercimonio della funzione”. Le compravendite immobiliari al centro dell’inchiesta risalgono agli anni passati, ma il 30 giugno 2016, Marra, parlando al telefono con la segretaria di Scarpellini, assicurava di essere “totalmente a disposizione” dell’imprenditore. Secondo la procura, tra le ‘regalie’ di Scarpellini a Marra ci sarebbe il pagamento da parte dell’imprenditore di buona parte dell’appartamento nel quale Marra risiede, da lui acquistato nel 2013 dall’Enasarco, e per il quale Scarpellini avrebbe fornito oltre 367 mila euro.

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