Bambina morta a Colleferro, ennessimo rinvio in tribunale. Codici non ci sta

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E’ successo di nuovo, dopo vari rinvii, non si riesce a costituire un collegio che apra il dibattimento sul caso di Ilaria Humber, la bambina di dodici anni morta il 27 Aprile del 2012 per “arresto cardiaco”, presso l’Ospedale di Colleferro.

Oggi l’ennesimo rinvio, per motivi quali contestazioni ed eccezioni, ovvero è stato costituito il collegio e poi oggi ci si è accorti che uno dei membri aveva già partecipato ad una fase del processo, e ciò non può accadere.

Con questo ulteriore rinvio si va al 19 giugno, dove un altro collegio costituito ex novo, si spera riuscirà ad aprire finalmente il dibattimento, ma il dubbio per noi di Codici permane, dato che il Presidente del prossimo collegio è stato già G.U.P, e perciò molto probabilmente si ripresenterà un motivo di incompatibilità, e quindi un altro rinvio.

A distanza di cinque anni, ancora non si è determinato il collegio che dovrà decidere sui responsabili, tra l’altro il processo rischia di cadere in prescrizione, senza trovare nessun responsabile per la morte di una bambina di 12 anni, che sarebbe morta per arresto cardiaco e ricoverata per un mal di pancia.

Siamo indignati per quanto sta accadendo, come può uno Stato guardare negli occhi un padre che chiede giustizia, afferma il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli.

Ricordiamo che a processo ci sono 11 indagati tra medici e paramedici, denunciati per omicidio colposo e falso in atto pubblico.
Ilaria non parrebbe morta per un mal di pancia. Di questo l’associazione Codici è convinta, così come i parenti della ragazza tredicenne che nel 2012 fu ricoverata dopo una gita scolastica all’ospedale Parodi Delfino di Colleferro.
“Il giudice riconobbe  i nostri sforzi nella ricerca della verità in questo caso in cui, non solo presumemmo ci fosse stata negligenza medica ma anche la volontà di falsificare le prove”, dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale Codici.

All’epoca dell’accaduto, i sanitari spiegarono il decesso con una malformazione congenita. Ma i genitori non ci hanno mai creduto e grazie all’autopsia eseguita dopo la riesumazione, è stato scoperto che l’adolescente soffriva della patologia del megacolon.

Particolare venuto a galla, fu che i medici dell’ospedale effettuarono un esame diagnostico con una sonda nasale per via rettale. Addirittura festeggiarono perché erano riusciti a non perforare l’intestino.

Il tribunale decise il rinvio a giudizio di 11 persone, accusate del reato di falsificazioni della cartella clinica e pratiche mediche sbagliate.

Per segnalazioni di casi di malasanità, non esitate a contattarci:  http://codici.org/indignamoci.html

 

 

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