“Fake Plan”, “Piano Bufala”. È questo il termine utilizzato da Associazione 21 luglio nel corso della conferenza stampa organizzata oggi, per entrare nel merito del “Piano di superamento dei campi rom” presentato in Campidoglio il 31 maggio scorso dalla sindaca Virginia Raggi e dall’assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale Laura Baldassarre.
L’ATTACCO DELL’ASSOCIAZIONE 21 LUGLIO
«Il 31 maggio – ha affermato Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio – per la prima volta ci siamo trovati di fronte alla presentazione di un Fake Plan, un “Piano Bufala” che ha rivelato la preoccupante incapacità di questa Amministrazione di comprendere e risolvere la questione. Nel corso della conferenza stampa organizzata dalle autorità capitoline si sono elencati principi generali di buon senso e date indicazioni di massima in ordine all’abitare delle comunità rom in emergenza abitativa, al processo di scolarizzazione e di inserimento lavorativo senza però che nessuno riuscisse realmente a comprendere obiettivi del “Piano”, azioni, tempi e budget. La cosa sorprendente, poi, è stata che è stato presentato un Piano in assenza dello stesso, visto che nessuno, né prima né dopo l’evento, ha avuto modo di visionarne il testo».
«L’unico dato concreto espresso dalla sindaca è stato l’impegno di superare, attraverso l’utilizzo di fondi europei, i due insediamenti La Barbuta e Monachina. Per farlo – ha spiegato la prima cittadina – verranno impiegati 3,8 milioni di euro con un tempo previsto per il superamento non superiore ai 24 mesi».
È su questa azione che Associazione 21 luglio ha operato nei giorni scorsi un approfondito lavoro di ricerca che ha portato al reperimento del “Piano Operativo di Roma Capitale”, redatto dalle autorità capitoline nell’aprile 2017, per l’utilizzo dei 37.770.000 euro assegnati dalla Commissione Europea alla Capitale attraverso il PON Metro (Programma Operativo Nazionale “Città Metropolitane 2014 – 2020”). All’interno dell’Asse 3 sono riportate le azioni previste per l’inclusione delle comunità attraverso un’azione denominata “Tutte le strade portano a Rom” per la quale è previsto, come dichiarato dalla sindaca, un impegno di spesa di 3,8 milioni di euro. Saranno sufficienti tali risorse per superare entro due anni gli insediamenti di Monachina e La Barbuta come assicurato dalla prima cittadina?
Il progetto ha come punto di partenza un target di riferimento i 505 rom di origine bosniaca e macedone presenti a La Barbuta e i 113 rom di origine prevalentemente bosniaca residenti a Monachina per un totale di 113 nuclei familiari. Quale però il target reale destinatario dell’azione? «Si stima – si legge nel Piano Operativo – che circa il 10% dei Rom presenti nei campi deciderà di sottoscrivere il Patto di Responsabilità Solidale e di partecipare attivamente ai percorsi di accompagnamento all’occupazione e alla casa». I risultati attesi dall’Azione prevedono infatti il coinvolgimento, entro la fine del progetto, di «60 individui». Saranno pertanto solo una decina le famiglie rom, ad uscire entro tre anni dai due insediamenti.
Il progetto si articola su 4 azioni: Mappatura delle risorse, Azioni per l’inclusione lavorativa (con attivazione di tirocini formativi e il sostegno economico utile all’avvio di piccole realtà imprenditoriali), Azioni per l’inclusione abitativa (che si sviluppa in: reperimento di alloggi per quanti già autonomamente possano sostenere le spese; supporto motivazionale e materiale per quanti già capaci di autonomia; reperimento di alloggi attraverso l’Associazionismo per nuclei in condizioni di particolare fragilità); Monitoraggio e valutazione.
Secondo il cronoprogramma fissato, nelle prossime settimane verrà presentato il bando e si procederà all’aggiudicazione del progetto; dal 1° ottobre 2017 si inizieranno le azioni che termineranno il 30 marzo 2020. Il cronoprogramma finanziario prevede una spesa di 50.000 euro nel 2018, di 672.000 euro nel 2019, di 1.389.000 euro nel 2020, di 1.689.000 nel 2021.
In sintesi l’azione concreta fissata dal “Piano di superamento dei campi rom” della Capitale prevede entro la Primavera del 2020 la fuoriuscita dall’insediamento di La Barbuta e Monachina di 11 famiglie (circa 60 persone) per una spesa a famiglia pari a 345.454 euro ed una spesa procapite superiore ai 63.000 euro.
Ma non è la sola azione. Il prossimo 30 giugno, infatti, è prevista la fine della convenzione tra il Comune di Roma e l’ente gestore del Camping River, dove sono accolte 120 famiglie rom. A seguito degli esiti della Commissione che il 1° giugno 2017 ha giudicato come inidonea l’unica offerta presentata all’interno del Bando per il «reperimento di un’area attrezzata bel territorio del Municipio XV o limitrofi» per l’accoglienza delle suddette famiglie, l’Amministrazione Capitolina, in assenza di qualsiasi programmazione, sarà chiamata a reperire in un mese una soluzione adeguata alle 550 persone che, altrimenti, si ritroverebbero per strada.
«Approssimazione, incoerenza, dilettantismo. Sono questi – secondo Associazione 21 luglio – i tratti svelati dal Fake Plan. La sindaca ha sostenuto che è finita con questa Giunta la “mangiatoia di Mafia Capitale”. In realtà, il progetto di superamento di La Barbuta e Monachina potrà riformare l’humus ideale nel quale interessi criminali troveranno spazio per attecchire e radicarsi attorno alla “questione rom”. Con il Fake Plan della Giunta Raggi si è però fatta chiarezza. Nelle prossime settimane riporteremo in Consiglio Comunale la Delibera di iniziativa popolare del Comitato Accogliamoci per il superamento dei campi rom e i consiglieri capitolini saranno chiamati a decidere tra il Fake Plan della Raggi, che ora conosciamo, e la proposta sottoscritta da 6.000 cittadini romani».