“Nella battaglia in difesa del lago di Bracciano non pensavamo di dover contrastare certa stampa impegnata, proprio alla vigilia di una giornata clou per la decisione attesa per oggi del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche sul ricorso della sindaca Raggi che dispone lo stop alle captazioni dal prossimo 1° settembre, a fornire una sponda ad Acea Ato 2 con articoli che parlano di presunti prelievi abusivi dal lago”. A parlare è il Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano, che in una nota descrive la situazione attuale.
“I 1.713 pozzi privati censiti dalla Città Metropolitana di Roma Capitale dai quali secondo lo stesso ente deriva un emungimento di tre milioni di metri cubi d’acqua l’anno (poca cosa rispetto ai prelievi Acea), essendo appunto censiti, non possono essere considerati illegali, così come le 33 derivazioni dirette dal lago, di cui alcune in disuso come il grande tubo arrugginito che è stato più volte fotografato dal Corriere della Sera e riportato in un articolo, individuato con recenti indagini condotte dal Parco di Bracciano Martignano, non possono essere considerate tutte irregolari”.
Nella nota quelli del Comitato dicono ancora: “Se il Nucleo Operativo Ecologico sta indagando, e se il presidente di Acea Ato2 Paolo Saccani è indagato, è perché il Comitato Difesa del Bacino Lacuale Bracciano-Martignano il 20 giugno scorso ha presentato una querela denuncia alla Procura della Repubblica di Civitavecchia. Ad attivare il Noe ai fini dei controlli su pozzi privati e presunti prelievi abusivi è stato il ministro Galletti che ha inoltre “bacchettato” il comune rivierasco di Anguillara di non aver ancora ceduto il proprio sistema idrico ad Acea Ato 2”.
“I fatti sono che Acea Ato 2 paga solo 740 euro all’anno per attingere acqua dal lago e disperderne il 44 per cento, che Acea Ato 2 non ha rispettato la concessione del 1990, che il lago si trova alla data del 9 agosto 2017 a meno 171 centimetri dallo zero individuato dal Parco regionale di Bracciano-Martignano, che la motonave Sabazia II non naviga più, che non piove, che il lago di Bracciano è un ecosistema inserito in un Parco regionale e protetto da normative europee e non è una cisterna, che il Comune di Roma introita il grosso dei dividendi erogati dalla multiutility, che non ci sono ad oggi soggetti terzi a controllare Acea, che esistono leggi e direttive europee che tutti devono rispettare”.
Il Comitato – conclude la nota – auspica che il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche come già fatto, non accogliendo il ricorso di Acea Ato 2 contro la prima ordinanza regionale che disponeva lo stop dal 28 luglio scorso, si pronunci rigettando il ricorso della sindaca Raggi.