Maltempo, Coldiretti: «Danni dopo il secondo ottobre più secco dal 1800»

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Allagamenti, frane e smottamenti sono stati provocati da violenti temporali e bombe d’acqua che non riescono ad essere assorbiti dai terreni resi aridi e impermeabili dalla mancanza di precipitazioni ad ottobre che si classifica al secondo posto tra i meno piovosi da quando sono iniziate le rilevazioni in Italia nel 1800, con ben il 79% di precipitazioni in meno rispetto alla media. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Isac – Cnr nel sottolineare che anche le temperature sono risultate anomale con valori superiori di 0,96 gradi rispetto alla media. La situazione – precisa la Coldiretti – è particolarmente preoccupante in regioni come la Campania dove ad ottobre è caduto l’83% di precipitazioni in meno per un totale di appena 17 litri per metro quadro meno dei 25 litri caduti a Vico Equense in provincia di Napoli nell’ultimo giorno. Il repentino abbassamento della colonna di mercurio e i violenti temporali confermano i cambiamenti climatici in atto che in Italia – sottolinea la Coldiretti – si manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi anche con il rapido passaggio dalla siccità all’alluvione, precipitazioni brevi e violente accompagnate da bombe d’acqua con effetti sulle coltivazioni e sulla stabilità idrogeologica del territorio. L’arrivo della pioggia e della neve – precisa la Coldiretti – è importante per dissetare i campi resi aridi dalla siccità, per spegnere gli incendi e ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi e nei fiumi a secco in vista delle prossime semine. Le precipitazioni, però – sostiene la Coldiretti – per poter essere assorbite dal terreno devono cadere in modo continuo e non violento, mentre gli acquazzoni aggravano i danni provocati dagli allagamenti con frane e smottamenti come purtroppo è avvenuto in molte regioni. A causa delle frane e delle alluvioni provocate dai cambiamenti climatici l’agricoltura italiana – conclude la Coldiretti – ha perso piu’ di 14 miliardi di euro nel corso di un decennio, tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali.