I francesi della Suez maggior socio privato in Acea

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La sindaca Virginia Raggi ancor prima di insediarsi nella poltrona del Campidoglio ebbe a manifestare intenzioni bellicose nei confronti di Acea, anticipando la sua intenzione di cambiarne i vertici. Poco male perché ci provò anche l’ex sindaco Marino, che fece fuori l’amministratore delegato Paolo Gallo che pure aveva ottenuto ottimi risultati anche in Borsa, mentre il presidente Giancarlo Cremonesi, titolare di molte altre poltrone prestigiose al di fuori della multiutility e già compromesso con Alemanno, ci impiegò un po’ di tempo prima di andarsene nonostante la sue resistenze. Così Ignazio ridusse i componenti del Cda a 7, salvo poi riporli a 9 l’anno successivo. La scelta di Marino, evidentemente ispirata dai vertici nazionali del Pd, cadde sulla presidente Catia Tomasetti, molto vicina a quel partito ma di comprovata esperienza professionale, e sul nuovo amministratore delegato Alberto Irace già responsabile del settore idrico Acea. Scelta significativa perché anche lo stesso Marino era d’accordo con la possibilità di scorporare l’energia dalle acque costituendo una nuova siccità che raggruppasse le varie consociate di Acea sparse soprattutto nel centro Italia, non ultima la Toscana e facendo affluire capitali importanti. Mentore della operazione il socio privato Calatgirone da sempre interessato alla gestione delle acque, business del secolo, più che della energia.

IL GRUPPO SUEZ – Oggi apprendiamo che l’altro socio privato, il gruppo francese Suez, una delle principali multiutility europee, si appresta a raddoppiare la sua quota in Acea dall’attuale 12,5% al 23,3% con l’acquisizione delle azioni del gruppo Caltagirone. Mentre il Kalta è pronto a entrare come socio stabile in Suez con una quota del 3,5 per cento. In cambio i francesi otterranno il 10,8% di Acea, risultando così il primo socio privato. Una operazione tutta interna a quel 49% delle quote che fanno capo ai privati, ma che preconizza non solo una internazionalizzazione del gruppo romano, ma probabili conseguenze sulla governance e sul futuro cda. D’altra parte l’operazione avviene con una Acea in salute che nel primo semestre 2016 presenta un importante programma di investimenti – ha commentato il presidente di Acea, Catia Tomasetti – finalizzato all’ampliamento e manutenzione delle reti idriche ed elettriche con investimenti per 220 milioni. In  un contesto finanziario ed aziendale di queste dimensioni, il movimento 5Stelle e Virginia Raggi si limitano a fare un po’ di legittima  propaganda comunicando al popolo di essere riusciti a fermare l’aumento della bolletta dell’acqua deciso dall’Autorità dell’Energia per il 2016. «Se non lo avessimo fatto – aggiunge trionfalmente Virginia – avremmo avuto da subito un incremento della tariffa del 4,9%; ebbene, il M5S questo aumento lo ha fermato avanzando una proposta che soddisfa anche i soci privati di Acea, un’azienda che deve rimanere in salute e che può farlo indirizzando i propri piani nell’esclusivo interesse dei cittadini».

I DUBBI – Appunto, soddisfa anche i soci privati. Allora, vien da chiedersi, che ne è stato delle bellicose dichiarazioni di Virginia sul cambio dei vertici Acea? Par di capire che i bollenti spiriti della sindaca e degli animosi grillini si siano placati tanto più che il 51% del Comune dovrà confrontarsi non solo con il domestico (si fa per dire date la dimensioni internazionali del suo gruppo) Caltagirone, ma con i transalpini piuttosto incazzosi quanto si tratta di business. En passant andrebbe ricordato che l’ingresso di Gas de Suez in Acea fu sponsorizzato allora anche dall’esecrato Massimo D’Alema che magari di certe rilevanti questioni economico/finaziarie vantava un vision certamente più strategica di quella di Grillo o Di Battista.
Giuliano Longo

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