“Ex-Fungo”, respinto il ricorso della ditta contro il Comune si Santa Marinella

Soddisfatto il sindaco Bacheca: «È la dimostrazione che abbiamo operato correttamente»

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di ALBERTO SAVA

La sezione civile del tribunale di Civitavecchia ha emesso la sentenza su una questione che si trascinava da tempo: un vecchio project financing relativo alla realizzazione e gestione di una nuova sede comunale, con parcheggi annessi e nuovi spazi commerciali, nella piazza denominata “Ex Fungo”. Il giudice ha respinto il ricorso dell’Ati Impala s.r.l., a suo tempo aggiudicataria dell’intervento, con il quale si esigeva un importo risarcitorio a carico del Comune di 4.367.367,00 euro per la mancata realizzazione dell’intervento, scaturita dalla decadenza del relativo finanziamento regionale. Ha prevalso la tesi della competenza giurisdizionale del Comune, che ha sempre sostenuto, che il ricorso andava presentato al Tar e non al tribunale di Civitavecchia.

«Un risultato importante – ha dichiarato il sindaco Bacheca – che speriamo metta fine a questa vicenda, per lungo tempo oggetto anche di interrogazioni e richieste di chiarimenti nella commissione consiliare investita della questione. La documentazione agli atti, esaminata e vagliata congiuntamente dal Segretario Generale e dal legale incaricato dall’ente, dimostra che il Comune ha operato correttamente, visto che da tempo abbiamo optato per altre soluzioni relativamente alla realizzazione della nuova sede comunale ed alla costruzione della piazza nell’area denominata ex fungo, procedimenti questi che stanno seguendo speditamente il loro iter». L’assessore Roberto Marongiu ha aggiunto: «Come più volte ribadito anche nel corso di una delle ultime sedute del Consiglio comunale, la pretesa legale avanzata dalla Impala S.r.l. non incideva sulle decisioni attualmente assunte dall’amministrazione, perché l’unica finalità sottesa al ricorso presentato dalla ricorrente era di carattere risarcitorio e, quindi, per nulla ostativa alla realizzazione della piazza e della nuova sede comunale, come invece si è tentato di far intendere. La condanna alle spese della ricorrente rappresenta, d’altronde, la prova di quanto più volte abbiamo sostenuto».

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