Proseguono le polemiche e i botta e risposta a distanza tra maggioranza e opposizione. Argomento del contendere, neanche a dirlo, è ancora una volta la chiusura del ponte Due Giugno.
L’AFFONDO DI ONORATI
Due giorni fa era arrivato l’affondo della consigliera comunale di minoranza Giovanna Onorati. «Se il sindaco Montino, anziché annunciare a gran voce la realizzazione del sottopasso per un costo di almeno 50 milioni di euro di cui non si ha più notizia e che non rimarrà neanche sulla carta ma nelle sue illusorie intenzioni, avesse ripreso il “faraonico” progetto – aveva dichiarato – i cittadini di Fiumicino avrebbero avuto una nuova struttura per l’attraversamento larga 22 metri con 2 corsie per ogni senso di marcia, con marciapiedi e pista ciclabile». «Ci sono voluti tre anni e mezzo – aveva poi concluso – per rendersi conto che l’idea del sottopasso è improponibile e per partorire una soluzione che amplierà la vecchia larghezza del ponte di circa 50 cm e che, comunque, non risolverà definitivamente il problema dell’attraversamento del fiume come dire: la montagna, cioè Montino, ha partorito un topolino».
LA REPLICA DI CALIFANO
A rispondere con una secca replica è stata la presidente del Consiglio comunale Michela Califano. «I lavori che porteranno alla sostituzione del ponte Due Giugno – ha commentato – stanno procedendo come da programma e sono sotto gli occhi di tutti. Dire che la montagna Montino ha partorito un topolino è quanto mai singolare considerando che chi ci ha preceduti non è riuscito a mettere in atto alcun tipo di intervento per sostituire una struttura vecchia di 70 anni. Tutti noi abbiamo potuto vedere in che condizioni si trovava, tanto che nei mesi passati il ponte si era bloccato diverse volte. Bisogna avere un bel coraggio ad affermare che la montagna Montino ha partorito un topolino quando in passato la precedente Amministrazione che si è rivelata del tutto sterile aveva pensato a un progetto da 10 milioni di euro impegnando poi di questi fondi una cifra pari a 734mila e 400 per la presentazione di un’opera che non vide mai luce». «Molto meglio, quindi, – ha concluso Califano – costruirne un ponte nuovo e moderno spendendo in totale circa 880mila euro, piuttosto che sognare ad occhi aperti su un’opera rimasta sulla carta».